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Il procuratore di Napoli: “Sono contento di avere aderito allo sciopero. Lo rifarei perché ne condivido le ragioni

La magistratura non fa alcun ostracismo" ma "ha il dovere di esprimere la propria opinione e di far comprendere alla collettività cosa si rischia". A dirlo è il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri, intervistato da Il Corriere della Sera. Gratteri condivide "pienamente" le parole del presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano sullo scontro tra governo e magistrati dopo l'ordinanza sul caso Diciotti. Il procuratore afferma che sulla riforma della Giustizia "l'intendimento del governo era ed è abbastanza risoluto. Per cui era difficile ipotizzare un cambiamento di rotta o un'apertura al dialogo che, purtroppo, fino ad oggi non c'è stata. Non so se fosse inevitabile. Posso dire però che sono contento di avere aderito allo sciopero. Lo rifarei perché ne condivido le ragioni". Gratteri sottolinea che la riforma "non ha attinenza alcuna con i veri problemi della giustizia, che sono legati principalmente alla lentezza dei processi e all'esistenza di cavilli procedurali che impediscono ai magistrati di impiegare tutto il loro tempo per decidere, approfonditamente, su ogni questione. La separazione delle carriere non è una misura in grado di accelerare di un solo minuto la durata dei procedimenti".
"La separazione delle carriere - osserva Gratteri - non è un rischio per il pm, che in fondo mantiene il suo lavoro. Lo è per i cittadini. Perché il pericolo dietro l'angolo è un pm al di fuori della giurisdizione che non lavora più per cercare la verità, ma una condanna a tutti i costi". Anche il tetto di 45 giorni alle intercettazioni, secondo il magistrato, è una norma da evitare: "Con questa proposta siamo al paradosso. Certamente sarà di ostacolo. Di esempi ne potrei fare centinaia. Il sequestro di persona lo fa capire bene: non si può immaginare di interrompere le intercettazioni al 45esimo giorno mentre il sequestro è ancora in atto. Ma pensiamo anche a reati insidiosi come l'usura o tanti altri: 45 giorni non sono nulla".

Foto © Imagoeconomica

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