Davanti al Palazzo di Giustizia il sit-in a difesa della Costituzione in occasione della protesta indetta dall’Anm contro la riforma Nordio
A Palermo una parte di società civile, rappresentata dalla “Rete per la difesa e l'attuazione della Costituzione”, si è mobilitata in sostegno dello sciopero dei magistrati indetto a livello nazionale dall’Anm opponendosi alla riforma della separazione delle carriere. Una presa di posizione assunta accanto alle toghe della città e del Paese da soggettività diversa del mondo del lavoro palermitano, dei sindacati, ma anche del mondo laico e religioso. “Attraverso questa riforma si vuole indebolire complessivamente l'autonomia e l'indipendenza della magistratura”, avverte Claudio Riolo (Rete palermitana per la difesa e l’attuazione della Costituzione. “L’attacco all'autonomia della magistratura - ha aggiunto - significa mettere in discussione la separazione dei poteri, che è un fondamento dello stato liberale di diritto”. A intervenire dal sit-in organizzato davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo anche la CGIL. “C’è l'idea di mettere sotto controllo la magistratura - ha commentato Mario Ridulfo, segretario provinciale del sindacato - è un'idea antica, fonda le radici in tempi passati nel piano della rinascita democratica di Licio Gelli e della P2, quindi purtroppo c'è un disegno che si sta attuando ed è il disegno di una democrazia illiberale, autoritaria che relega ai margini non solo i corpi sociali ma anche i poteri dello Stato e la magistratura è uno di questi”. La riforma è “ridicola e pericolosa”, avverte Armando Sorrentino, Vice presidente vicario dell’ANPI di Palermo. “Questa sarebbe la prima mossa per poi successivamente asservire il pubblico ministero al potere esecutivo. Questo significa la fine di tutta la nostra cultura giuridica antica. Significa - ha aggiunto - la morte della giurisdizione. I magistrati devono essere liberi tanto il pubblico ministero che il giudice”.
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Poco dopo, in Piazza della Memoria dietro al Tribunale, si è tenuto lo sciopero dei magistrati del distretto di corte d'appello di Palermo, che comprende le sedi giudiziarie del capoluogo, di Agrigento, Trapani, Sciacca e Termini Imerese che hanno letto il comunicato dell'Anm che illustra le ragioni dello sciopero. Alla protesta hanno aderito circa il 70% delle toghe del distretto. "Quello di oggi è uno sciopero per la Costituzione e a difesa dei principi fondamentali ivi consacrati, primo tra tutti, quello dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Fosse dipeso da noi, ben volentieri avremmo trascorso la giornata di oggi in udienza, ma il momento è talmente grave che non potevamo fare altrimenti”, ha detto il presidente dell'Anm del distretto di Palermo Giuseppe Tango. "I magistrati non stanno scioperando per difendere interessi di corporazione o di categoria, ma avvertono, piuttosto, il concreto e serio pericolo che la riforma della Costituzione oggi in discussione renderà un cattivo servizio alle istanze di giustizia dei cittadini, dando loro minori tutele e garanzie, senza risolvere uno solo dei problemi concreti che affliggono la giustizia", spiega. "Di fronte a questo pericolo non si può restare in silenzio. Libertà che pensavamo ormai conquistate grazie al sangue versato dai nostri padri, rischiano di essere rimesse in discussione. - prosegue - Lo sciopero va allora inteso come grido di allarme lanciato alla società civile, a tutte le donne e gli uomini di buona volontà, che sicuramente avranno capacità e voglia di ascoltarlo".
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