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L’ex magistrato: “Il pacchetto sicurezza è il più grande attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana

La decisione di rimandarlo libero in Libia è una decisione che ancora oggi il governo non ha spiegato né al Parlamento né al paese. Si tratta di una decisione incomprensibile, salvo che l'esecutivo non sappia dare una spiegazione accettabile. Piuttosto che affrontare il merito della questione ed eventualmente assumersi le proprie responsabilità, il governo preferisce, come si usa dire, buttarla in caciara. Attaccando la magistratura e presentandola come incapace, se non peggio”. A dirlo, intervistato da La Stampa, è l’ex magistrato (oggi in pensione) Gian Carlo Caselli, commentando la vicenda del torturatore libico Osama Almasri, arrestato, liberato e poi riaccompagno a Tripoli a bordo di un volo di Stato per decisione politica governo. “Un giorno sì e l'altro anche, la premier Meloni dichiara di non essere ricattabile - ha detto Caselli - ma non dice assolutamente nulla che aiuti a capire da chi e perché. Ne vien fuori una cortina fumogena dietro la quale la premier finisce per nascondersi rifiutando ogni confronto politicamente serio come dovrebbe avvenire in democrazia”. L’ex procuratore capo di Palermo critica duramente l’atteggiamento di ostilità contro giudici e magistrati dimostrato, anche nello scandalo Almasri, dall’esecutivo. “Siamo ad un livello intollerabile”. “Da parte del governo sta crollando in modo evidente e clamoroso il rispetto dovuto, in ogni ordinamento democratico, alla sua magistratura e alla sua indipendenza. E io sono preoccupato”. “Siamo ad un livello - ha aggiunto - che mette in pericolo i pilastri fondamentali dello Stato di diritto”. Secondo Caselli ci troviamo di fronte a “una quotidiana aggressione a quelle toghe che osano ancora, nel rispetto della legge, prendere decisioni che al governo non piacciono”. Ancora. “Tutti quei magistrati che fanno scelte che il governo non condivide devono ormai mettere in conto di dover subire duri attacchi. Come se fossero nemici della nazione”. Per ultimo, l’attacco contro il procuratore di Roma Francesco Lo Voi condotta da Giorgia Meloni. “In questo caso il governo più che con la magistratura, ce l'ha con se stesso. Non sa più come uscire da due problemi che sono sul tappetto e che esso stesso ha creato. La faccenda del generale libico, appunto, e il pacchetto sicurezza”. Caselli si è espresso anche sul Ddl sicurezza in procinto di approvazione. “È il più grande attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana, un provvedimento diretto a infondere paura invece che sicurezza, che non tutela i diritti ma il potere, che punta a creare sudditi invece di cittadini”. In questo contesto autoritario, ha affermato Caselli, “si preferisce dare addosso alla magistratura come metodo di distrazione di massa rispetto ai problemi che davvero dovrebbero interessare”. E a proposito di magistratura, Caselli ha risposto a una domanda sulla condotta del ministro della Giustizia Carlo Nordio verso le toghe, nonché i suoi scivoloni. “La lista di "perle" che ha inanellato è molto lunga. Dai mafiosi che non parlano al telefono all'inesistenza di reati spia per la mafia, dalla garanzia offerta come vecchio pubblico ministero che la separazione delle carriere non comporta alcuna subordinazione al potere esecutivo, esattamente quello che invece avviene in tutti i paesi in cui vi è la separazione. E poi la questione del generale libico. Siamo al teatro dell'assurdo”. “Oggi - ha dichiarato Caselli tornando alla vicenda del generale Almasri - il ministro si rifiuta di dare qualunque spiegazione sul caso che pure lo ha visto protagonista in un ruolo centrale, perché, così ho letto, non ha avuto il tempo di consultare un documento di quaranta pagine scritto in inglese. Ribadisco: siamo al teatro dell'assurdo”.

Foto © Imagoeconomica

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