Ammontano a 98 anni di carcere complessivi le condanne emesse dal tribunale di Ravenna nella sentenza di primo grado per 21 imputati del processo “Radici”, una cifra leggermente inferiore ai 110 anni richiesti dal pubblico ministero della Procura antimafia Giacomo Forte. Il processo nasce da un’indagine congiunta di Polizia e Guardia di Finanza, condotta tra il 2018 e il 2022, che ha portato alla luce un sistema mafioso di controllo su locali e bar pasticcerie della riviera romagnola, utilizzati per riciclare denaro della criminalità organizzata. Tra gli imputati figurano anche soggetti legati alla cosca di ‘Ndrangheta Mancuso di Limbadi. La Cgil Emilia-Romagna e la Camera del Lavoro di Forlì-Cesena, che si erano costituite parti civili rappresentate dagli avvocati Andrea Ronchi e Andrea Gaddari, hanno accolto con soddisfazione la sentenza. "È il risultato di un dibattimento che ha dimostrato come il grave sfruttamento lavorativo e il caporalato siano presenti nel nostro territorio, anche in settori come turismo, ricezione alberghiera e artigianato dolciario", hanno dichiarato. Già prima del processo, il sindacato aveva patrocinato i lavoratori sfruttati e inoltrato segnalazioni alle autorità. "Questa sentenza, di cui leggeremo attentamente le motivazioni, ha riconosciuto il diritto al risarcimento per il danno subito sia all’organizzazione sindacale che al lavoratore costituitosi parte civile". La Cgil ha ribadito il suo impegno nel contrastare fenomeni che ledono libertà e dignità delle persone, sottolineando che l’assenza di legalità mina il ruolo costitutivo del sindacato nella rappresentanza e tutela dei lavoratori. Anche il sindaco di Cesenatico, Matteo Gozzoli, ha espresso soddisfazione, definendo questa giornata "storica e positiva" per la cittadina rivierasca. "La decisione del tribunale ribadisce che, grazie alla reattività del territorio, al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, possiamo difenderci dalle infiltrazioni della criminalità organizzata". Gozzoli ha sottolineato che la sentenza ha confermato la maggior parte dei reati contestati, inclusa l’aggravante del metodo mafioso per alcuni imputati. Delle 22 richieste presentate, 21 si sono concluse con condanne e, per quanto riguarda Cesenatico, tutti i reati commessi sul territorio hanno trovato un riscontro in sede giudiziaria. Il sindaco ha ringraziato le forze dell’ordine locali, in particolare la tenenza della Guardia di Finanza di Cesenatico e il commissariato di Polizia di Cesena, per il loro lavoro cruciale. Un ringraziamento speciale è andato anche al pubblico ministero Marco Forte, il cui impegno ha permesso di portare alla luce una situazione estremamente grave.
  

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