Benché all'ergastolano Gilberto Cavallini sia stato confermato il 'fine pena mai' dalla Cassazione per la strage di Bologna, le cose, almeno oggi, non sono cambiate. Come ogni mattina da diversi anni a questa parte ha lasciato di buon'ora, alle 8, il carcere di Terni, dove è detenuto in regime di semilibertà, per farvi rientro in serata, alle 22, dopo avere prestato servizio come contabile.
La situazione carceraria dell'ex Nar, l'ultimo arrestato in ordine di tempo (era il 1983) e l'ultimo ad essere stato condannato in via definitiva per l'attentato del 2 agosto 1980 dopo Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, potrebbe però cambiare presto.
La Procura generale di Bologna, infatti, sta valutando la complessa posizione dell'ex Nar, che sta scontando otto ergastoli, a cui si va ad aggiungere la decisione di ieri, al fine di emettere nelle prossime ore un provvedimento di esecuzione pena.
I difensori dell'imputato, avvocati Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini, hanno fatto avere un'istanza per rappresentare la situazione del loro assistito ai magistrati della Procura generale che dovranno decidere se chiedere alla Sorveglianza di revocare il beneficio oppure se continuare con l'attuale condizione di semilibertà.
La sentenza di ieri ha accolto l'impianto accusatorio prospettato dalla Procura generale per la quale "è pienamente provato" l'apporto concorsuale di Cavallini nella strage, il più grave attentato del Dopoguerra in Italia. Le sentenze di primo e secondo grado delinearono infatti la figura del "quarto uomo", che ospitò in casa a Villorba di Treviso gli altri tre Nar, dando così quantomeno supporto logistico al gruppo per compiere la strage. Una strage politica, "finanziata" dal capo della P2 Licio Gelli, come emerge anche dalle sentenze di primo e secondo grado (manca ancora il giudizio di Cassazione) che hanno sancito l'ergastolo per l'ex di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini ("che portò la bomba alla stazione"), e che non vide coinvolti solo i Nar, ma anche gli altri gruppi di estrema destra dell'epoca, legati ai servizi segreti deviati e manovrati, appunto, dai vertici della P2.
"La conferma da parte della Cassazione della condanna all'ergastolo di Gilberto Cavallini, esponente dell’organizzazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari, per il suo ruolo nella strage di Bologna del 2 agosto 1980 è un altro tassello fondamentale per scrivere in maniera indelebile e definitiva la verità su quella pagina nera della nostra storia. In particolare, è un passo fondamentale che conferma la matrice neofascista e il coinvolgimento della P2 e dei Servizi Segreti deviati" ha affermato la deputata del M5S Stefania Ascari. "E' molto importante ricordare che le sentenze sulla Strage di Bologna sono arrivate con grande ritardo anche a causa dei continui e sofisticatissimi depistaggi che sono stati compiuti e che ancora oggi qualcuno prova a portare avanti anche su altri fatti tragici, oscuri e inquietanti della nostra storia. Mi auguro che questa sentenza funga da monito affinché non si sottovaluti il pericolo attualissimo di altri depistaggi".
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