In Commissione antimafia il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri non le ha mandate a dire: scoperture gravissime nella pianta organica della procura partenopea, blocco delle assunzioni per il personale delle forze dell'ordine, il fallimento totale del processo penale telematico, lo stato attuale delle carceri.
Per oltre due ore il magistrato ha elencato una lunga serie di problemi del settore della giustizia. Tutti problemi che il governo dei 'migliori' (di ieri) e poi dei 'patrioti' non hanno saputo minimamente risolvere, in barba ai tanti avvisi che sono arrivati, sia da Gratteri, che da altri magistrati.
Ma andiamo per ordine.
La nuova trovata dal Csm: fissare le scoperture al 10% in tutti i tribunali e procure
Il primo punto toccato da Gratteri è stato naturalmente la procura di Napoli, che oggi dirige: ben sette magistrati se ne andranno.
Gratteri il 29 novembre del 2024 scrisse al Csm: Rosa Volpe, attuale procuratore aggiunto, sta andando alla Procura Generale di Salerno, "Sassano che formalmente è alla Procura di Napoli, di fatto è da un anno e mezzo a Paola, la collega Ida Teresi e Antonella Fratello andranno alla Procura Nazionale antimafia, la collega Falcone andrà alla Procura Generale, il collega Di Monte andrà a fare l'Avvocato Generale del Tribunale di Napoli, la collega Paola Izzo è stata contattata per andare alla Costituenda Commissione Bicamerale sul Covid".
Non solo: con le riforme Cartabia e Nordio è aumentato enormemente il carico di lavoro delle procure e dei tribunali (più carte e burocrazia inutile) ma le risorse umane sono rimaste quelle.
Gratteri precisa di aver parlato anche con alcuni consiglieri del Csm e che dopo avergli parlato della gravissima situazione in corso a Napoli gli è stato risposto: "Per tutta Italia abbiamo deciso di fare una scopertura del 10%".
"Scopertura a Napoli?" Ha domandato Gratteri, "ma a Napoli c'è la terza guerra mondiale!", ha ribadito.
Dopo una mediazione il Csm ha deciso di mandare tre sostituti alla procura partenopea. Un numero risibile considerata la situazione del distretto. "Poi - ha continuato - mi è aumentata la scopertura dei cancellieri del 22%. Perché stanno scappando dal Ministero della Giustizia i dipendenti? Perché i dipendenti del Ministero della Giustizia vengono pagati meno dei dipendenti dei comuni".
A causa di tutte queste situazioni la Procura di Napoli non riuscirà a raggiungere gli stessi obbiettivi raggiunti da un anno a questa parte con la guida di Gratteri.
Appena arrivato, ha fatto sapere, "ho iniziato da subito a fare riunioni perché ho trovato dei magistrati, dei colleghi molto intelligenti, preparati, strutturati, ma un po' fermi, un po' demotivati, un po' spenti" quindi "ho cercato soprattutto di creare sinergia tra i miei colleghi e la polizia giudiziaria".
A fronte di questo Gratteri ha iniziato a promuovere delle "buone prassi": questo ha portato "grazie al grande lavoro che hanno fatto i miei colleghi di Napoli, a ridurre le pendenze di 4.173 fascicoli, cioè con le stesse energie abbiamo definito più di 4.000 fascicoli".
Sono state inoltre ottenute "1.800 ordinanze di custodia cautelare", adesso all'esame dell'ufficio del giudice per le indagini preliminari.
Su questo punto però c'è un problema: la scarsità di personale dell'ufficio Gip. C'è ne sono trentanove su una pianta organica di 52. Ma "mentre mancano magistrati in queste zone si pensa di riaprire il tribunale di Bassano del Grappa".
Tornando a Napoli Gratteri ha riferito che sono state istallate numerose telecamere per il controllo del territorio che hanno permesso di risolvere decine e decine di omicidi.
E poi, le intercettazioni: "Ci sono state anche 684 intercettazioni in più rispetto all'anno precedente". E infine gli arresti: "Per tranquillizzare i benpensanti vi dico che l'84% degli arresti sono stati confermati dal riesame", ha detto. Tutti dati positivi che il prossimo anno non ci saranno più.
Il tema delle demolizioni
È accaduto, ha detto il procuratore di Napoli, che "nel corso dei decenni, scientificamente, la politica, gli amministratori campani, non hanno fatto i piani regolatori. Quindi la gente ha costruito abusivamente. Alla popolazione, in parte, è convenuto questo, perché ha potuto costruire come ha voluto".
"Quando sono arrivato a Napoli c'erano 80 demolizioni l'anno. Nel 2024 ne abbiamo fatte 141, con lo stesso personale, con gli stessi magistrati. Voi sapete che per demolire ci vogliono i soldi. Allora noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo iniziato a demolire guardando il certificato penale" (chi aveva più condanne e più pendenze ndr), "cioè tradotto in lingua italiana: i camorristi che sono costruiti le ville a tre piani ai campi Flegrei".
Ma "i vigili urbani, i tecnici comunali, i sindaci le forze dell'ordine, i magistrati, dove erano quando questi hanno costruito palazzi a tre piani, a due piani, dieci anni fa, venti anni fa, trent'anni fa, dato che io sono arrivato a Napoli il 20 ottobre del 2023?" ha domandato Gratteri.
Sempre più minori commettono reati: diminuisce l'età dei boss di Camorra
"A Napoli notiamo nell'ultimo periodo un cambio generazionale: cioè man mano che passano gli anni diminuisce l'età dei minori che commettono reati e diminuisce anche l'età di soggetti ai vertici di un'organizzazione camorristica. E allora è il momento di prendere atto che se è una costante l'abbassamento dell'età di chi commette reati di Camorra bisogna incominciare a pensare che forse per questo tipo di reati, soprattutto quando c'è connessione con gli adulti, che le indagini le possono continuare a fare le procure distrettuali antimafia" ha detto. "Anche perché - ha specificato - la procura dei minori non ha nemmeno la sala intercettazione". "Per fare indagini di mafia - e se noi vi dimostriamo dal punto di vista statistico ci sono sempre più minori che commettono reati di camorra - allora sarebbe il caso anche per risparmiare, per sinergia, per economia, che l'indagine anche sul minore in concorso con il maggiorenne, la faccia la procura distrettuale antimafia".
I tre livelli della Camorra
Gratteri ha riferito, a grandi linee, di aver visto tre livelli di Camorra: quella da strada, quella che per conquistare il territorio è capace di entrare in una piazza con un kalashnikov e sparare ad altezza d'uomo; "poi abbiamo una camorra molto forte nel mondo dell'imprenditoria e una camorra leader nel mondo del dark web". "Io non immaginavo arrivando a Napoli di trovare un così alto livello sul piano tecnologico, sul piano informatico, la capacità di penetrare nel dark web, di riuscire attraverso il dark web. Noi abbiamo visto, assistito a soggetti in grado di entrare nel dark web e comprare 2000 kg di cocaina".
"Quindi c'è bisogno di comprare, di investire in informatica e non mi parlate di costi, perché io la settimana scorsa in una sola indagine con intercettazioni durate due mesi io ho sequestrato 35 milioni di bitcoin che sono già nel FUG, nel Fondo Unico Giustizia e quando il processo diventerà definitivo saranno 35 milioni nelle casse dello Stato. Quindi con le intercettazioni lo Stato ci guadagna e io su questo posso parlare con tutti".
Lo stato del 41 bis e dell'Alta sicurezza: il pericolo delle 'celle aperte'
"In questo momento - ha riferito Gratteri - sono circa 730 detenuti al 41 bis, che è spalmato su 11 carceri. Questo vuol dire che su 11 carceri ci sono 11 interpretazioni diverse del 41 bis. Ogni direttore ha la sua interpretazione, quindi a seconda di dove il detenuto capita può stare meglio o può stare peggio. Cioè c'è il direttore che applica in modo ortodosso la norma e il direttore che la interpreta in modo fantasioso. Allora, cosa propongo io da vent'anni? La costruzione di quattro strutture per il 41 bis. In questo momento ne esiste solo una in Sardegna. Cè né un'altra a Cagliari che non si riesce ad aprire, è un mistero". Al di là dei proclami della cavalleria garantista il 41 bis oggi "è più uno slogan": perché i detenuti sono rinchiusi in celle uno di fronte all'altro e possono parlare tra di loro.
Quindi di fatto è venuto meno lo spirito originario con il quale era stato concepito il 'carcere duro', cioè quello di impedire ai mafiosi di continuare a comandare da dentro il carcere.
Ma anche l'alta sicurezza presenta numerose criticità.
Secondo Gratteri "l'Alta Sicurezza non funziona" perché "nelle carceri le celle sono aperte".
Tradotto vuol dire che i detenuti dell'Alta sicurezza comandando sulle altre sezioni del carcere. "Mancano 18.000 uomini nella polizia penitenziaria su 42.000" ha rimarcato. "È un numero enorme". "Non si riesce a a fare controlli".
Infine Gratteri ha invitato i parlamentare a fare una ricerca sull'applicazione del 41 - bis: "Fate un viaggio partendo da quando è nato il 41bis e tutte le circolari che sono susseguite. Qual è il senso di tutte quelle interpretazioni del 41bis? Perché non è stato lasciato alla lettera il 41bis per consentire un effettivo isolamento tra il capo mafia e il resto del mondo? Ma, ripeto, il problema è cominciare a costruire quattro carceri solo per il 41bis e poi cominciare a pensare" a "costruire tre carceri da 5.000 posti, uno al centro, uno a nord e uno a sud e mettere tutta l'alta sicurezza. Non vi scandalizzate. In Italia il carcere più grande è 1.400 posti. Se lei va a Miami è 8.000 posti. Se lei va a New York è 16.000 posti. Incominciate a costruire tre carceri a 15.000 posti e per i prossimi 30 anni non sentiremo parlare del sovraffollamento. E finalmente forse si potrà incominciare a parlare di trattamento penitenziario e detentivo".
Le intercettazioni e i telefonini in carcere
Un altro punto sul quale il magistrato ha voluto rispondere a Nordio sono le intercettazioni a strascico. “S’intercetta un intero gruppo di persone, poi si trovano i reati? Ma questa è una fantasia e anche ammesso fosse vero, non avremmo neanche il tempo, manca la polizia giudiziaria per fare le trascrizioni. Non abbiamo tempo per sentire gente che non pensiamo commetta reati”, ha spiegato ai commissari. E a proposito di Nordio, Gratteri ha criticato anche un’altra parte della riforma: quella che riduce la possibilità di riportare il contenuto dell’ordinanza di custodia cautelare. “È un’involuzione democratica, penso che i cittadini hanno il diritto di sapere cosa accade su loro territorio. Ora i giornalisti che fanno cronaca non riescono più a fare questo mestiere”, ha sottolineato l’ex procuratore di Catanzaro, secondo il quale è “più tranquillizzante” pubblicare integralmente parti di ordinanze che “fare una sintesi” con il rischio di “fare errori” o scrivere “cose inesatte”. Nella parte finale della sua audizione, Gratteri ha poi contestato il fatto che molti detenuti di Camorra siano detenuti a Secondigliano, quindi vicini alla loro zona d’influenza. “Chiedete al dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria perché tutti i capimafia sono a Secondigliano a farsi calare i telefonini con i droni e non almeno a cento chilometri da Napoli”.
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