L'ex sindaco di Roma si trova a Rebibbia per aver violato gli obblighi dei servizi sociali
Gianni Alemanno "ha prodotto scientemente e reiteratamente false attestazioni a questo Ufficio” con la sua “condotta arrogante, sprezzante, espressione di una personalità callida, pervicace e priva di scrupoli”. A scriverlo è il Tribunale di Sorveglianza, motivando la revoca della misura alternativa all'ex sindaco di Roma - condannato a un anno e dieci mesi per l'accusa di traffico di influenze illecite in uno dei filoni della maxinchiesta Mondo di Mezzo -, che da martedì sera si trova nel carcere di Rebibbia.
I magistrati di sorveglianza hanno scoperto le violazioni di Alemanno grazie a un’indagine parallela della Procura di Roma, che lo accusa di reati fiscali e riciclaggio. Alemanno avrebbe emesso fatture false per oltre 44.200 euro a favore della Rdc srl, società collegata a Riccardo Romani, uomo di fiducia dei fratelli Massimiliano e Samuele Piccolo. Questi ultimi, noti nella politica romana, sono già coinvolti in scandali, tra cui una truffa durante la pandemia. I pm sospettano che i proventi fossero destinati a finanziare attività politiche, ma Alemanno non ha saputo giustificare le sue operazioni.
Alemanno non doveva fare altro che svolgere servizi socialmente utili lavorando nella casa famiglia “So.Spe.-Solidarietà e Speranza” fondata da suor Paola D’Auria. Tra gli obblighi da rispettare vi erano: non uscire prima delle 7 del mattino e rientrare per le 21; non allontanarsi dalla Regione Lazio; e non incontrare pregiudicati. E invece Alemanno “ha prodotto scientemente e reiteratamente false attestazioni a questo Ufficio” con la sua “condotta arrogante, sprezzante, espressione di una personalità callida, pervicace e priva di scrupoli”, scrive il magistrato di sorveglianza. Almeno una quindicina sono i casi documentati di violazione degli obblighi. Da mesi chiedeva a collaboratori e amici di creare documenti che potessero attestare “fittizi impegni professionali” così da aiutarlo a ottenere i permessi dal magistrato di sorveglianza.
Nel 2023 Alemanno ha lanciato il suo partito "Indipendenza!", un soggetto politico di matrice cattolica con all'interno. E gran parte dei suoi allontanamenti erano dovuti proprio alla sua nuova vita politica. L’8 febbraio 2024 si è recato a Milano senza alcuna autorizzazione. Il 9 marzo è andato a Vigonza (Padova) per un incontro con la coordinatrice veneta. “Falsi”, per i pm, pure gli inviti a Cosenza per l’aprile 2024: “Trova (…) una qualsiasi impresa (…) anche che non sta facendo niente (…) vuole una consulenza per fare qualsiasi (…) una cosa che giustifichi uno che prende da Roma e arriva giù a Cosenza”, diceva Alemanno intercettato il 22 marzo con l’avvocato Fabrizio Falvo. Il 29 giugno di quest'anno Alemanno doveva essere a un’assemblea di condominio a Ciampino, trovatagli dall’avvocato Giancarlo Mancini, marito della sua storica collaboratrice Pilar Fatta. Le celle del suo smartphone, agganciate dagli investigatori, però, lo localizzano a Tor Pagnotta fino a mezzanotte, dove si stava tenendo una convention del suo movimento. Il pm parla di “ulteriore conferma circa il ricorso (…) a false rappresentazioni fattuali organizzate ad hoc simulando la partecipazione ad assemblee condominiali”: “Però se dobbiamo fare la cena avvertimi prima così mi faccio dare il permesso, capito? (…) da tuo marito per altro (ride) quindi”, diceva ancora a Fatta.
“I Comportamenti di cui si è continuativamente reso responsabile l’Alemanno appaiono talmente gravi da determinare la sospensione provvisoria della misura alternativa”, ha concluso il pm.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
Foto © Imagoeconomica
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