Probabilmente il “bavaglio” riguarderà solo le misure cautelari e non gli atti di sequestro. Per Walter Verini si tratta comunque di “un attacco all'informazione”
In Consiglio dei ministri arriva oggi il decreto legislativo della maggioranza che imporrà il divieto di pubblicare gli atti delle ordinanze di custodia cautelare, la “legge bavaglio” come l'hanno ribattezzata le opposizioni. La nuova stretta però sarà meno soffocante di quanto Forza Italia si aspettava. Sembra infatti che alla fine nel testo non saranno previste sanzioni per chi viola la norma che attualmente prevede una sintesi dell'atto senza citazioni testuali dell’ordinanza. Il governo interviene all'ultimo minuto, perché il termine previsto dalla legge delega scade domani 10 dicembre, concedendo a Fi la misura ma limitando, almeno per ora, la portata del provvedimento. Si discuterà in un secondo momento delle eventuali sanzioni, perché Fratelli d’Italia su questo sembra più morbido. La modifica riguarda l'articolo 114 del codice di procedura penale ed era stata decisa diverso tempo prima in Parlamento, quando il Senato approvò l'articolo 4 della legge di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva europea. A dare l'avvio all'iter fu un emendamento del deputato Enrico Costa (ex di Azione e ora in Forza Italia), durante il passaggio alla Camera. Poi il decreto legislativo è passato una prima volta al vaglio dei ministri nel settembre scorso per essere in seguito sottoposto alla lettura e agli eventuali suggerimenti, non vincolanti, delle due commissioni Giustizia di Camera e Senato entro sessanta giorni. Una fonte di governo, riporta La Stampa, spiega: “Il divieto ci sarà, la delega verrà esercitata. Vedremo se riguarderà solo la custodia cautelare o anche gli atti di sequestro e le altre misure "reali". Si farà il punto poco prima del Cdm o proprio durante la riunione del governo”. Il centro-destra aveva proposto di estendere il divieto anche alle altre ordinanze, prevedendo multe a giornalisti ed editori fino a mezzo milione di euro. Secondo Fratelli d’Italia la sanzione è eccessiva. Il partito di Giorgia Meloni preferisce appunto limitarsi ad un intervento solo sui provvedimenti di custodia cautelare. “Ma le sanzioni in realtà ci sono già - sottolinea ancora la fonte governativa - sono previste dall'articolo 684 del codice penale”. L’articolo del codice prevede multe da 51 a 258 euro, cifra decisamente “irrisoria - secondo un parlamentare di Fi - perché a quel punto una testata sceglie di pubblicare e pagare”. Per la maggioranza, soprattutto per Forza Italia ma anche per Italia Viva che ha approvato la misura “bavaglio”, bisogna calcare la mano contro i giornalisti che pubblicano i virgolettati delle misure dei giudici. Il Senatore Walter Verini, segretario commissione Giustizia e capogruppo Pd in Antimafia dichiara: “Si tratta di un ennesimo attacco all'informazione, che questo governo pratica con tenacia pericolosa. Esistono già - con le norme varate anni fa dal ministro Orlando - tutele contro le gogne mediatiche che, come ha certificato lo stesso Garante della privacy, da tempo non esistono più. Il resto è fastidio per l'indipendenza dei poteri e i controlli”.
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