L’intervista esclusiva del Corriere al presidente del Tribunale di Palermo
Il presidente del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, ha espresso forti critiche in un’intervista al Corriere della Sera riguardo al recente trasferimento delle competenze sui diritti dei migranti dai tribunali distrettuali alle Corti d’Appello. Definendo la misura “totalmente irrazionale”, Morosini ha messo in guardia contro i costi che questa riforma potrebbe comportare per il sistema giudiziario.
Secondo il magistrato, dal 2015 i tribunali distrettuali hanno visto un grande investimento in risorse, come magistrati e tecnologie per le udienze in videoconferenza, per gestire i casi di protezione internazionale. Questo ha portato alla creazione di un importante patrimonio di competenze specifiche che ora, con la nuova riforma, rischia di essere disperso. Il presidente sottolinea che l’attribuzione di queste competenze alle Corti d’Appello imporrà la creazione di nuove strutture e professionalità, generando ulteriori costi e un carico di lavoro eccessivo per quegli uffici.
Le difficoltà si manifestano anche nel confronto con le richieste del PNRR, che prevede un abbattimento degli arretrati e una riduzione dei tempi di attesa nei tribunali. I presidenti delle Corti d’Appello avevano già espresso preoccupazione, ma il loro avvertimento sembra non essere stato ascoltato. Morosini evidenzia come nel solo Tribunale di Palermo, il numero di procedimenti di protezione internazionale sia più che raddoppiato in due anni, passando da 1.654 nel 2022 a una previsione di circa 3.500 per la fine del 2024.
Alla domanda sui motivi dietro la riforma, Morosini non esclude che si tratti di una scelta strategica che potrebbe sembrare “un segnale di delegittimazione dei giudici di primo grado.” In una materia complessa e delicata come quella dell’immigrazione, Morosini ritiene che sia necessario fermarsi a riflettere prima di procedere con cambiamenti che potrebbero destabilizzare ulteriormente il sistema giudiziario.
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