"L'agenzia per l'amministrazione dei beni confiscati la immaginiamo e la immaginavamo esattamente l'opposto di come è ora". Così il procuratore di Napoli Nicola Gratteri intervenendo al convegno "Sequestro, confisca e valorizzazione delle aziende e dei beni confiscati alla camorra" in corso al Tribunale di Napoli. "Se da un lato - ha spiegato - vi è la piena consapevolezza che lo strumento fondamentale per la lotta al crimine mafioso ed economico sia l'aggressione ai beni di provenienza illecita, dall'altro solo in un tempo recente si è compresa l'importanza di rimettere nel circuito legale questi beni. Ci risulta - ha sottolineato il capo della procura di Napoli - che in Italia siano in attesa di destinazione definitiva beni per un valore di diversi milioni di euro". Gratteri ha sottolineato che la normativa vigente sui beni confiscati "non ha ottenuto gli esiti sperati". Tra i limiti l'esigenza di avere personale competente e specializzato. Gratteri propone come "essenziale per la buona riuscita degli obiettivi da un lato l'istituzione di una sezione specializzata che si occupi della gestione di tutte le amministrazioni giudiziarie e, dall'altro, l'ingresso in una fase anticipata dell'agenzia dei beni confiscati come rivisitata". "Solo così - ha detto - quella che è stata la lungimirante idea di Giovanni Falcone potrà ritenersi reale attività di aggressione ai patrimoni di origine illecita oltre che effettivo ed efficace strumento di contrasto alla criminalità organizzata". Al convegno erano presenti i rappresentanti di sette cooperative che sorgono su immobili confiscati.
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Gratteri: ''Agenzia per i beni confiscati va rivisitata''
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