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Lentezza nelle indagini e nei processi: il procuratore chiede rinforzi: “Servono organici più consistenti di quelli attuali”

“Prato, polo industriale di notevole rilevanza e crocevia di flussi migratori, economici, affaristici e criminali, ha creato le condizioni per l’infiltrazione di strutture associative, anche di tipo mafioso, sia italiane che straniere”. A spiegarlo è Luca Tescaroli, il procuratore di Prato che ha inviato una relazione dettagliata al Ministero della Giustizia e al Ministero dell’Interno, richiedendo l’istituzione di una sezione della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda). Una richiesta che nasce dall’esigenza di contrastare al meglio il fenomeno criminale sul territorio, che nell’ultimo anno si è ulteriormente aggravato. Prato, infatti, è una città industriale con un significativo flusso migratorio e affaristico, che ha attirato l’attenzione delle organizzazioni criminali, la cui pericolosità potrebbe non essere stata adeguatamente compresa. Per questo motivo, il procuratore ha evidenziato anche la carenza di personale adeguato, sia nella magistratura che nelle forze dell’ordine. “La città e la sua provincia presentano una complessità e una pericolosità criminale che non sono del tutto note e, di conseguenza, non sono state adeguatamente comprese. È auspicabile - ha aggiunto Tescaroli all’interno della relazione - la creazione di una Dda a Prato o di una sezione presso la procura”. Attualmente, la procura di Prato è composta da nove sostituti, oltre al procuratore capo, ma uno è mancante, e anche il tribunale è sotto organico, con i collegi giudicanti ridotti da tre a uno, una situazione carente che comporta l’accumulo di processi e il rallentamento delle indagini. Altra questione è lo sfruttamento del lavoro, che coinvolge soprattutto i lavoratori stranieri, spesso vittime di aggressioni e intimidazioni. “La complessità e la pericolosità criminale - ha sottolineato Tescaroli - si sono acuite e richiederebbero organici ben più consistenti di quelli attuali”. Infatti, nel territorio di Prato, oltre allo sfruttamento del lavoro, aggravato dalle violenze contro i migranti e dalle ripetute aggressioni a lavoratori che hanno aderito al sindacato Sudd Cobas per chiedere condizioni di lavoro regolari, è in corso anche una guerra tra imprenditori cinesi per il controllo del mercato delle grucce e della logistica, un settore economicamente rilevante considerando la produzione industriale di abbigliamento destinata a gran parte del mercato europeo. La competizione ha portato a una serie di episodi violenti, tra cui pestaggi, incendi e tentativi di estorsione, con diversi eventi segnalati tra il 2022 e il 2024. Un esempio emblematico è l'incendio di un camion e l’aggressione al proprietario di un'azienda di logistica, oltre alla violenza subita da un imprenditore cinese, precedentemente condannato per omicidio.

Fonte: Notizie di Prato

Foto © Imagoeconomica

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