L’intervento del conduttore di Report a “Otto e mezzo” su La7
"A me sembra l'ultimo atto di una serie di azioni che tentano di evitare ogni forma di controllo. Da una parte quello della magistratura e dall'altra parte quello dell'informazione". È stato lapidario il commento di Sigfrido Ranucci, intervenuto ieri sera da Lilli Gruber a "Otto e mezzo" su La7, sulle ultime news in merito al protocollo sui migranti Italia-Albania. Ieri, in una manciata di minuti, il Consiglio dei ministri ha varato un nuovo decreto-legge per superare il no della magistratura e gli obblighi della Corte di giustizia sul rimpatrio immediato dei migranti verso i "Paesi sicuri".
"Il protocollo Italia-Albania è un grande pasticcio ed era facilmente prevedibile ciò che è avvenuto - ha detto il conduttore di Report -. Stiamo cambiando le regole in corso. Il rapporto tra governo e magistratura è un braccio di ferro che dura da anni. Negli anni sono stati tolti strumenti alla magistratura. È stato anche abolito il reato di abuso d'ufficio - tra l'altro siamo l'unico Paese in Europa senza questo reato - e ora c'è anche la stretta alle intercettazioni a 45 giorni".
Ospite della Gruber anche Italo Bocchino (in collegamento), direttore editoriale del Secolo d’Italia, il quale a più riprese ha detto che la sinistra in Italia ha occupato i "contrappesi".
"Non vedo tutto questo amore per i contrappesi da parte della destra - ha risposto Ranucci -. La stessa operazione la stanno facendo anche sulla Corte dei conti. C'è una legge alla Camera che prevede la riduzione di questo istituto ad un organo che dà l'assenso preventivo e quindi gli si vuole togliere il controllo postumo sulle operazioni. La cosa singolare è che i firmatari di questa legge sono Foti e Barelli(rispettivamente capogruppo di Fratelli d’Italia e capogruppo di Forza Italia, ndr). Quest'ultimo è stato condannato dalla Corte dei conti per 500mila euro (una vicenda che risale al 2022, legata al suo ruolo di presidente della Federnuoto, ndr). Questo con il pretesto che non è in grado di recuperare il danno erariale, dimenticando però che il danno erariale spetta agli enti locali recuperarlo”.
Poi c’è l’attacco alla libertà di informazione. “Bocchino dice che i giudici devono tacere. Chi non può tacere è la stampa mentre invece a me sembra che questo governo stia approvando delle leggi, vedi il carcere per i giornalisti che pubblicano notizie lecitamente raccolte – ha continuato Ranucci -. Penso a congressi internazionali come ICJ che hanno realizzato, a volte anche con Report, delle inchieste come 'Panama Papers' e 'Paradise file' in cui hanno denunciato la sottrazione di risorse pubbliche. La maggior parte di quelle informazioni erano tecnicamente illecitamente raccolte, perché erano hackerate dai database e dai centri che favorivano questo tipo di operazioni. Mentre negli Stati Uniti ICJ viene premiata con il Pulitzer, in Italia rischierebbe il carcere. E questo dato evidenzia che c'è qualcosa che non va nel nostro Paese”. “Poi c'è l'impossibilità di mettere i nomi che sono contenuti all'interno delle ordinanze di custodia cautelare, in nome della presunzione di innocenza. Chi non è a favore di questo principio? Ma come lo si porta a compimento? Con il segreto? Se una sola persona o poche diventano depositarie di questo segreto e nei nomi ci sono amministratori pubblici, quello potrebbe diventare anche uno strumento di ricatto", ha concluso.
Foto © Imagoeconomica
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