Il senatore commenta il ddl Zanettin ai microfoni di Radio Radicale
“L’iter per l’approvazione è stato gravemente irresponsabile perché la Commissione giustizia per prassi, quando deve emanare provvedimenti complessi, ascolta gli esperti. In questo caso, magistrati, forze di polizia e operatori che ogni giorno sul campo utilizzano questo strumento per indagare. Questa volta non è stato fatto. E siamo andati al buio perché solo esperti possono indicare quali siano i tempi utili per le intercettazioni”.
Così il senatore 5stelle Roberto Scarpinato raggiunto dai microfoni di Radio Radicale dentro Palazzo Madama. L’ex procuratore generale di Palermo ha risposto alle domande in merito al ddl Zanettin, il quale imporrà una stretta alle intercettazioni a 45 giorni.
“Questa varietà di esperienza che avrebbe potuto dare un orientamento non è stata ascoltata - ha continuato riferendosi al mancato coinvolgimento di esperti nella materia -. Un’anomalia che fa riflettere. Perché una fretta tale per approvare un emendamento? La realtà è che non volevano farsi dire dagli esperti che si stava approvando una follia. Non si può fare un’eccezione solo per reati di mafia o di terrorismo”.
“Nella mia esperienza da magistrato le persone intercettate solitamente hanno un linguaggio convenzionale e non sempre è facile capire cosa vogliono dire - ha aggiunto -. Una volta che hai iniziato a capire qualcosa ecco che sono scaduti i 45 giorni. Non solo. Se fossero stati interpellati esperti in materia, questi avrebbero potuto sottolineare come le intercettazioni telefoniche vengono utilizzate in una prima fase per capire chi sono i complici e dove si incontrano, e in una seconda fase, quando è stato individuato il luogo, viene messa la microspia. Ma anche in quel caso i termini potrebbero essere già scaduti”.
Scarpinato ha inoltre detto che in Commissione ha avanzato “proposte ragionevoli”: “Abbiamo detto di distinguere termini per le telefoniche e le ambientali; stabilire dei termini più lunghi per i reati più gravi e altro. Ma nulla da fare. Hanno detto no a tutto perché il centrodestra ogni giorno ha un ‘caso Toti’”.
Scarpinato l’ha definita “una corsa contro il tempo” perché “l’unico tallone di Achille che c’è in questo tipo di reati sono le intercettazioni”. “I testimoni non si trovano; i documenti sono sempre a posto perché loro sono specialisti delle carte a posto; hanno dilatato la discrezionalità ed eliminato l’abuso d’ufficio; riducono la Corte dei conti; resta solo la stampa - anche se stanno già provvedendo con la legge bavaglio - e la magistratura che resiste grazie al fatto che c’è una costituzione che gli garantisce l’indipendenza. Ma tra poco aggiusteranno anche questo quando la magistratura andrà sotto il potere politico - ha concluso -. E le peggiori ricadute non saranno sulla magistratura, ma sui cittadini”.
Foto © Davide de Bari
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