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Per l’accusa, l’ex presidente dell’Ars avrebbe usato l’auto blu “per fini privati”

Il prossimo 6 novembre avrà inizio l'udienza preliminare nel procedimento contro Gianfranco Miccichè, l’ex presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana ed ex viceministro, accusato di peculato e truffa. L'indagine, condotta dalla Procura palermitana guidata da Maurizio de Lucia, ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per Miccichè, in quanto l'accusa ritiene fondate le prove contro di lui. Sarà il gup a stabilire se l'ex coordinatore di Forza Italia in Sicilia dovrà affrontare un processo.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Miccichè avrebbe utilizzato l'auto blu assegnatagli come ex presidente dell'Ars per scopi privati. In particolare, avrebbe compiuto 33 viaggi a titolo personale tra marzo e novembre 2023, usandola per visite mediche, trasporti di familiari e membri del suo staff, e persino per portare il suo gatto dal veterinario. La gestione dell'auto sarebbe stata, secondo il gip, "arbitraria e personalistica".

Inizialmente, a Miccichè era stato imposto il divieto di dimora a Cefalù, dove possiede una villa, ma successivamente tale misura è stata revocata. Dopo l'avvio dell'inchiesta, il politico ha rinunciato volontariamente all'auto blu, decisione che ha contribuito a far decadere il rischio di reiterazione del reato, secondo il legale difensore Grazia Volo.

Ora, con la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura, il futuro di Miccichè sarà nelle mani del giudice per le udienze preliminari, che il 6 novembre deciderà se ci sono gli estremi per procedere con il processo.

Foto © Imagoeconomica

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