Una tangente da 846mila euro, un’auto, un appartamento e altri benefici. Questi i dettagli emergenti di una nuova indagine della Procura di Milano su un presunto giro di tangenti legato ai lavori di manutenzione della rete stradale italiana, soprattutto in Lombardia e Veneto, che coinvolge attuali ed ex funzionari Anas. L'inchiesta, condotta dai pm Giovanna Cavalleri, Giovanni Polizzi e dall’aggiunta Tiziana Siciliano, ha portato oggi a perquisizioni e acquisizioni di documenti tra Roma, Milano, Verona e Torino, con il supporto della Guardia di Finanza.

Nel mirino degli investigatori ci sono nove persone, tra cui i fratelli Stefano, Luigi e Marco Liani. Stefano, ancora manager di Anas, e i fratelli, ex dipendenti dell'azienda ora a capo di un gruppo di costruzioni, sono accusati di aver orchestrato un sistema corruttivo attorno a importanti appalti pubblici. Le accuse principali riguardano corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreti d’ufficio.

L'ipotesi investigativa si concentra su quattro appalti sospetti, tra cui il più rilevante è la "Variante Tremezzina" sul lago di Como, un progetto dal valore di 388 milioni di euro. Qui, il Consorzio Stabile Sis, aggiudicatario dell'appalto, avrebbe versato ingenti somme a Stefano Liani, ex direttore di Progettazione e Realizzazione Lavori di Anas, e a Eutimio Mucilli, altro dirigente Anas, per un totale di quasi 846mila euro. Il Consorzio ha precisato di non essere indagato, sottolineando che le Fiamme Gialle si sono limitate a un'acquisizione documentale.

Un secondo appalto sospetto riguarda la riqualificazione delle barriere di sicurezza sull’autostrada A4 tra Brescia e Soave. Anche qui, il Consorzio Stabile 3 Emme, riconducibile alla famiglia Liani, sarebbe al centro di operazioni corruttive. Tra gli indagati c’è Nicholas Proietti, figlio di Giovanni Proietti, ex funzionario Anas e imputato per il crollo del ponte Morandi. Al giovane sarebbero stati assegnati un’auto e un appartamento, oltre alla direzione dei cantieri grazie all’intercessione del padre.

Altri due appalti sotto inchiesta riguardano lavori di manutenzione lungo la Sebina Occidentale, che costeggia il lago di Iseo, e la statale della Val Tidone, per i quali si sospetta un pilotaggio a favore delle aziende di Marco e Luigi Liani. Tra gli altri indagati figurano Vincenzo Giarratana, responsabile geologia per il Nord Ovest di Fs, ed Ernesto Pelagalli, manager Anas.

Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, ha commentato l’indagine auspicando un rapido accertamento delle responsabilità: "Se c’è qualcuno che ha sbagliato, deve pagare". Oltre al leader del Carroccio anche Anas ha espresso piena fiducia nell'operato della magistratura, assicurando piena collaborazione.

Questa nuova inchiesta mette ancora una volta in luce presunti illeciti nella gestione degli appalti pubblici italiani, gettando ombre su figure di primo piano dell’amministrazione stradale.

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos