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E’ stata rinviata al 30 ottobre la decisione della Corte di Cassazione per Antonello Montante, l'ex leader di Sicindustria condannato in appello a Caltanissetta, con la formula del rito abbreviato, a 8 anni di reclusione, per avere creato - secondo l'accusa - una rete di dossieraggio e di spionaggio per conoscere le indagini a suo carico. Lo ha deciso il presidente della Sesta sezione davanti alla quale sono stati discussi anche i ricorsi del capo della security di Confindustria Diego Di Simone condannato a 5 anni e il sostituto commissario Marco De Angelis condannato a 3 anni e 3 mesi. La procura generale della Cassazione aveva chiesto il rigetto dei ricorsi e la rivalutazione della pena della condanna in appello che potrebbe portare per Montante a uno sconto di qualche mese. Per gli altri due imputati rigetto totale dei ricorsi. Ha presentato ricorso anche il generale Gianfranco Ardizzone assolto in appello e dichiarato prescritto un reato. L'ex paladino dell'antimafia, per anni a capo di Confindustria Sicilia, avrebbe messo in piedi un sistema di spionaggio e ricatti che avrebbero condizionato anche le scelte politiche. Nelle motivazioni d'appello i giudici di Caltanissetta spiegano che "molte intercettazioni descrivono la 'fama' acquisita da Antonello Montante presso soggetti imputati, indagati o estranei ai fatti oggetto dell'indagine. Se ne ricava prova del fatto che in quegli ambienti e in contesti per nulla occulti o riservati erano note non solo la sua capacita' di influenza nelle più alte sfere degli ambienti istituzionali ed economici non tanto del territorio, ma della Regione e del Paese. Ed era nota anche la sua complessa rete informativa". A Caltanissetta intanto si celebra il maxi processo con due filoni investigativi che sono stati riuniti e che riguardano il presunto sistema che Montante nel tempo avrebbe messo in piedi non solo con gli esponenti delle forze dell'ordine, ma anche con politici e imprenditori. Il dibattimento, iniziato con 30 imputati, ora ne vede solo 26 perché la prescrizione sta cancellando con il trascorrere del tempo gli esiti dell'inchiesta condotta dalla Squadra mobile nissena e coordinata dalla procura distrettuale.

Foto © Imagoeconomica

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