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Il corpo era stato sepolto senza nome né lapide nella cappella della famiglia dell'ex moglie

Ieri la salma di Amedeo Matacena, sepolta nella cappella della famiglia dell'ex moglie Alessandra Canale nel cimitero di Minturno, via Cadorna, in provincia di Latina, è stata riesumata su disposizione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, e trasferita nell'istituto di medicina legale della Sapienza, dove l'anatomo-patologo Aniello Maiese e la tossicologa Maria Chiara David l'hanno sottoposta ad autopsia.
A destare sospetto sono le condizioni 'anonime' in cui è stata trovata la salma: nessun nome, nessuna lapide e un mazzo di fiori finti; la bara aveva ancora i sigilli del consolato di Dubai.
Perché la sepoltura anonima? Per evitare che la cappella potesse diventare meta di curiosi?
Amedeo Matacena, l'ex parlamentare di Forza Italia deceduto nel 2022, all'età di 59 anni, a Dubai, dove si era rifugiato dieci anni prima per evitare l'arresto dopo la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa comminatagli dalla Corte d'appello di Reggio Calabria e confermata dalla Cassazione.
Lo stesso accertamento è stato disposto sulla salma della madre di Matacena, Raffaella De Carolis, deceduta sempre a Dubai tre mesi prima del figlio. Il procuratore facente funzioni reggino Giuseppe Lombardo, l'aggiunto Stefano Musolino ed il sostituto procuratore Sara Parezzan sospettano un avvelenamento e vogliono vederci chiaro, dunque, sulla morte di Matacena. Un sospetto che ha indotto i magistrati reggini ad indagare, con l'accusa di duplice omicidio, la terza ed ultima moglie dell'ex parlamentare, Maria Pia Tropepi. Un matrimonio alquanto anomalo, quest'ultimo, celebrato con rito islamico da un imam di nazionalità kenyota e da cui dipende il diritto della donna a ricevere l'eredità. Il testamento olografo di Matacena con cui nomina erede universale dei suoi beni proprio Maria Pia Tropepi è al centro dell'inchiesta e il patrimonio dell'ex parlamentare ammonta a diverse decine di milioni di euro, frutto della sua attività imprenditoriale e della sua famiglia che ha gestito per molti anni, con le sue società, il servizio privato di traghettamento nello Stretto di Messina.


"Chi l'ha visto": il certificato di nozze è falso

Secondo la trasmissione "Chi l'ha visto" il certificato di nozze sarebbe stato realizzato da un falsario. Quest'ultimo, raggiunto dagli inviati del programma di Raitre, ha raccontato loro i particolari della vicenda e la sua testimonianza sarà mandata in onda nella puntata di domani sera. Secondo quanto ha appreso lo stesso programma di Rai 3, il documento, che sarebbe costato 12 mila euro, non risulta registrato negli Emirati Arabi. Inoltre, dai documenti in possesso di "Chi l'ha visto?", risulta che Maria Pia Tropepi avrebbe divorziato dall'ex marito Giovanni 45 giorni dopo la morte di Amedeo Matacena. Una situazione, insomma, tutta da verificare e che promette ulteriori colpi di scena. Per conoscere l'esito dei due esami autoptici, intanto, saranno necessari 90 giorni. Termine trascorso il quale i periti depositeranno le loro relazioni al sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Sara Parezzan, titolare del fascicolo d'inchiesta. Ma non é da escludere che le conclusioni dei periti d'ufficio possano arrivare prima dei 90 giorni prefissati.

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