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Il tribunale di Firenze ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della norma che ha portato all'abolizione lo scorso luglio del reato di abuso d'ufficio che è approdata all'esame della Corte costituzionale.
La 'riforma' è diventata legge ad agosto, con la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il tribunale di Firenze ha infatti ritenuto "non manifestatamente infondata" la questione sollevata dall'avvocato Manlio Morcella, legale di parte civile, nel corso del processo per questo reato anche nei confronti della ex magistrato di Perugia Antonella Duchini. Il legale ha sostenuto in particolare la violazione dell'articolo 19 della Convenzione di Merida e 31 di quella di Vienna sul diritto dei trattati, in relazione agli articoli 11 e 117 della Costituzione. In particolare l'avvocato Morcella - in base a quanto riferito da lui stesso - si è chiesto "come è possibile che uno Stato aderente alla Convenzione contro la Corruzione di Merida, obbligato a considerare l'inserimento del reato di abuso in atti d'ufficio nel proprio ordinamento, possa risolversi per la sua abrogazione?". Il legale ha poi ricordato che l'articolo 31 della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati stabilisce che "un trattato deve essere interpretato in buona fede, in base al senso comune da attribuire ai termini del trattato nel loro contesto ed alla luce del suo oggetto e del suo scopo". "Lo Stato, come l'Italia - ha sostenuto l'avvocato Morcella -, che già disponeva del reato di abuso, abrogandolo, non ha forse tradito lo spirito della Convenzione di Merida, per il quale la corruzione, in tutte le sue cangianti manifestazioni, deve essere alacremente combattuta?". Il processo è stato quindi sospeso in attesa della decisione della Consulta. Nella stessa ordinanza con la quale il tribunale ha accolto la questione, i giudici hanno definito "concreta" l'ipotesi di riqualificazione del reato di corruzione in atti giudiziari in abuso d'ufficio contestato a vario titolo nel processo. "Manca l'accordo corruttivo e comunque la consapevolezza di esso e l'adesione da parte della mia assistita" ha sostenuto l'avvocato Nicola Di Mario, difensore di Duchini. Tutti gli imputati hanno sempre sostenuto la correttezza del loro operato.
A breve, il 7 ottobre, agli atti inviati a palazzo della Consulta dalle toghe di Firenze, potrebbero aggiungersi anche quelli del Tribunale di Reggio Emilia, nell'ambito del processo sui presunti affidi illeciti in val d'Enza, il cosiddetto 'caso Bibbiano'.

Foto © Imagoeconomica

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