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Udienza davanti al Gup prevista per metà ottobre

Colpo di scena nell'inchiesta per corruzione che ha sconvolto la Liguria. Giovanni Toti, l'ex presidente della Regione, ha trovato l'accordo con la procura: la pena di due anni e un mese di reclusione, grazie alla Riforma Cartabia, verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Nell'accordo tra i pm e l'avvocato Stefano Savi prevista anche l'interdizione temporanea dai pubblici uffici e l'incapacità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena e la confisca di 84.100 euro. I reati patteggiati sono corruzione impropria e finanziamento illecito.
Anche l'ex presidente dell'Autorità portuale Paolo Emilio Signorini, tramite gli avvocati Enrico e Mario Scopesi, ha trovato l'accordo con i pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti per un patteggiamento a tre anni e cinque mesi. Adesso la decisione spetterà al giudice per l'udienza preliminare che dovrà fissare una udienza, presumibilmente intorno al 15 ottobre.
E' ancora da definire, invece, la posizione dell'imprenditore Aldo Spinelli, secondo la procura il "grande corruttore": anche per lui la procura ha proposto il patteggiamento. I suoi legali, gli avvocati Andrea Vernazza, Sandro Vaccaro e Francesca Pastore, decideranno entro domenica.


Le accuse all'ex governatore

L'accusa per Toti, difeso dall'avvocato Stefano Savi, è di corruzione impropria (e cioè quando un pubblico ufficiale viene pagato o accetta la promessa di un pagamento per un atto del suo ufficio) e finanziamento illecito. Il primo reato riguarda la proroga della concessione di 30 anni per il terminal Rinfuse per cui, secondo l'accusa, Spinelli versò nel 2021 la somma di 40 mila euro al Comitato elettorale dell'ex presidente. E poi 30 mila euro per la pratica per la privatizzazione della spiaggia di Punta dell'Olmo e il tombamento di calata Concenter: in questo caso, l'anziano imprenditore versò, nel 2022, la somma di 30 mila euro al partito arancione. Infine, la cena elettorale nel 2023 a cui parteciparono alcuni dipendenti delle società di Spinelli pagata 4.100 euro. Nell'accordo rientra anche la vicenda degli spot elettorali pagati da Esselunga (tramite l'allora consigliere del cda Francesco Moncada) per la campagna elettorale di Marco Bucci in cambio dell'accelerazione delle pratiche per le aperture di nuovi supermercati del gruppo. Se il giudice ratificherà i patteggiamenti, come appare scontato, il processo immediato fissato per il 5 novembre salterà.
Ad oggi resta ancora in piedi il secondo filone di indagine e cioè quello per corruzione elettorale e altri reati. I pm contano di chiuderlo entro fine anno. Ci sono indagate una trentina di persone e ad alcune è contestata anche l'aggravante mafiosa.


Toți invoca altri scudi legislativi

L'ex governatore ha sempre sostenuto di non aver commesso alcun reato e già dalle prime parole usate per commentare la notizia accredita la falsa narrazione secondo cui la Procura avrebbe rinunciato a una parte delle contestazioni.
“Come tutte le transazioni suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte", ha scritto. “Resta quel reato 'di contesto' definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti, una accusa difficile da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni”.
Per precisare tale reato è tutt'altro che evanescente e 'di contesto'.
Ma il senso di tali parole diviene chiaro subito dopo quanto Toti invoca un nuovo uno “scudo” legislativo per impedire nuovi casi giudiziari come il suo: “Di fronte a questo finale, credo appaia chiara a tutti la reale proporzione dei fatti avvenuti e della loro conclusione, che lascia alle forze politiche il dovere di fare chiarezza sulle troppe norme ambigue di questo Paese che regolano aspetti che dovrebbero essere appannaggio della sfera politica stessa e non di quella giudiziaria”.

Foto © Imagoeconomica

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