Piero Sansonetti, come direttore de ‘Il Riformista’, e la società Romeo Editore srl sono stati condannati al pagamento di 70 mila euro più gli interessi ad Antonio Esposito, il giudice che presiedeva il collegio in Cassazione che rese definitiva nel 2013 la sentenza di condanna per frode fiscale contro Silvio Berlusconi, e 40 mila a Claudio D’Isa, giudice a latere, oltre alle spese legali.
La notizia è stata riportata dal ‘Fatto Quotidiano’ in un articolo a firma di Gianni Barbacetto.
Negli articoli de ‘Il Riformista’ - scritti nel 2020 - Esposito è definito giudice “in malafede”, “magistratello”, “esponente dichiarato del partito delle manette”, “editorialista del Fatto”.
“La complessiva lettura di tutti gli articoli allegati in citazione e le dichiarazioni rese da Piero Sansonetti”, si legge nella sentenza citata dal ‘Fatto’, “ingenerano nel lettore la falsa convinzione del mercimonio della funzione giudiziaria, asservita a una parte politica rispetto a un’altra, con evidente attacco alla sfera morale dei magistrati; esula, infatti, dal diritto di critica giudiziaria l’accusa di asservimento della funzione giudiziaria a interessi personali, partitici, politici e ideologici, ovvero accuse di strumentalizzazione di quella funzione per il conseguimento di finalità divergenti da quelle che debbono guidare l’operato di un magistrato”. “Tutti gli scritti e le dichiarazioni di Piero Sansonetti fanno apparire la decisione presa dalla Cassazione come evidente frutto di ‘ostilità politica’ del collegio giudicante e in particolare del suo presidente Antonio Esposito, accusati apertamente di parzialità e mancanza di indipendenza”.
Tali accuse sono state definite false e diffamatorie.
Così come le affermazioni sul figlio del giudice, Ferdinando Esposito: è stato descritto come un personaggio che “era stato beccato con la droga” a Milano e per questo era diventato motivo di pressione della Procura di Milano su Antonio Esposito.
Tale affermazione è stata definita dai giudici “falsa e gravemente diffamatoria”. In definitiva, “tutti gli articoli e le dichiarazioni rese da Piero Sansonetti in interviste concretano una vera a propria campagna stampa violenta e denigratoria” nei confronti di Esposito e D’Isa, “per ragioni legate all’esercizio della funzione giudicante”.
Adesso l’editore, Alfredo Romeo, dovrà linkare nel web la sentenza a tutti gli articoli sull’argomento pubblicati da ‘Il Riformista’.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
Foto © Imagoeconomica
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