La proposta del deputato Enrico Costa imporrà il divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare
La proposta del deputato di Azione, Enrico Costa, che prevede il divieto per i giornalisti di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare, è vicina a diventare realtà. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intende presentare a settembre un decreto legislativo che attuerà la cosiddetta “legge bavaglio”. Questa norma vieterebbe la pubblicazione integrale o parziale delle ordinanze di custodia cautelare, consentendo solo la diffusione di un riassunto dell’ordinanza. La legge delega, approvata definitivamente dalla maggioranza a febbraio, ha concesso al governo sei mesi di tempo per redigere i decreti legislativi. Ora, questo termine è prossimo alla scadenza.
Il testo dovrebbe essere ancora in fase di preparazione, ma - secondo quanto riportato da “Il Fatto Quotidiano” - sembra che sarà completato a breve dagli uffici di via Arenula a Roma. Prima del 2017, il codice di procedura penale non consentiva ai giornalisti di pubblicare integralmente le ordinanze di custodia cautelare. Tuttavia, il ministro della Giustizia Andrea Orlando introdusse un'eccezione: da quel momento i giornalisti potevano pubblicare le ordinanze in forma integrale o parziale. Ora, con il decreto attuativo proposto dal deputato Costa, si tornerà alla situazione pre-2017, consentendo ai giornalisti soltanto di descrivere il contenuto dei documenti giudiziari. Questo potrebbe comportare un rischio maggiore che il contenuto venga trasmesso con minore oggettività e accuratezza, con tutte le conseguenze del caso.
Carlo Nordio © Imagoeconomica
Si tratta di un cambiamento significativo, motivo per cui la legge è stata ribattezzata “bavaglio” dall'Ordine dei giornalisti. Il timore principale è che questa norma possa limitare la libertà di stampa, aumentando ulteriormente le tensioni con i media in un contesto già teso. Se il “bavaglio” ai giornalisti fosse già in vigore, non sarebbe stato possibile pubblicare alcune informazioni relative a indagini di grande interesse pubblico, come quelle sul caso di Daniela Santanché, senatrice e imprenditrice al centro di un'inchiesta giudiziaria che ha attirato l'attenzione dei media, o quelle relative all'inchiesta ligure che ha coinvolto l'ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.
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