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Il deputato di Azione: “L’arresto solo per reati di grave allarme sociale e per rischio sicurezza pubblica o privata” 

Dopo l'introduzione della cosiddetta “legge-bavaglio”, che vieta la pubblicazione, anche solo parziale, delle ordinanze di custodia cautelare e impone restrizioni ai procuratori nel loro rapporto con la stampa, il deputato di Azione Enrico Costa ha presentato un Ordine del giorno al decreto Carceri per modificare le norme sulla custodia cautelare. Questa volta, la proposta del deputato Costa mira a limitare l’uso della custodia cautelare per gli incensurati ai soli reati che comportano un grave allarme sociale, come quelli di mafia, terrorismo, reati sessuali, omicidio e furti in abitazione. La proposta, quindi, non si applicherebbe ai reati di corruzione e altre tipologie spesso associate ai colletti bianchi. In particolare, Costa ha proposto di modificare la lettera C dell'articolo 274 del codice di procedura penale, che riguarda le esigenze cautelari in caso di pericolo di reiterazione del reato. “L’esigenza cautelare di cui all’articolo 274, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale prevede una prognosi di reiterazione del reato che solo la misura del carcere o dei domiciliari può scongiurare. Tale esigenza cautelare deve tuttavia conciliarsi con il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza, che assume maggior forza laddove ci si trovi ad operare la prognosi su un soggetto incensurato”. E aggiunge: “In altre parole, qualcuno la cui responsabilità non è ancora stata accertata, che sia dunque sospetto ma goda della presunzione di non colpevolezza e non abbia mai subito condanne, subisce una misura cautelare sulla previsione che possa reiterare un reato non ancora accertato. Un sospetto basato su un sospetto”. Per questo motivo, il deputato Costa ha chiesto al governo di “valutare un intervento normativo finalizzato a una rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare (...) finalizzato a un puntuale bilanciamento tra presunzione di innocenza e garanzie di sicurezza”.
La proposta - ha reso noto “Il Fatto Quotidiano” - potrebbe trovare l’appoggio di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Recentemente, proprio FI, tramite il suo capogruppo in Commissione giustizia alla Camera, Tommaso Calderone, aveva presentato una proposta di legge simile, che prevede una revisione periodica della custodia cautelare dopo due mesi, con l'obiettivo di liberare chi non rappresenta più un rischio. Si tratta di un’altra iniziativa che, fatta eccezione per i reati di mafia, terrorismo, reati sessuali e omicidio, potrebbe trascurare altri tipi di reati che riguardano la corruzione o quelli commessi dai colletti bianchi, come frode, insider trading, concussione, abuso d’ufficio e simili.
Per quanto riguarda la proposta avanzata da Costa per modificare le norme sulla custodia cautelare, c'è da dire che è arrivata poco dopo l’inizio del caso di corruzione che ha coinvolto il governatore ligure Giovanni Toti, finito agli arresti domiciliari proprio in seguito all’accusa di corruzione. Toti è stato poi scarcerato pochi giorni fa, subito dopo le dimissioni da presidente della giunta regionale. Resta il fatto che, dopo la cosiddetta “legge-bavaglio”, la proposta avanzata da Enrico Costa per limitare l’uso della custodia cautelare per gli incensurati rischia di aggravare la situazione. Dopo l’abrogazione del reato di abuso d'ufficio e la modifica delle norme sulle intercettazioni volute dal ministro della giustizia, Carlo Nordio, il rischio, infatti, è che, se da un lato potrebbero aumentare le condotte illecite, soprattutto tra i colletti bianchi, dall'altro potrebbe diminuire la fiducia che i cittadini hanno nelle istituzioni.

Foto © Imagoeconomica

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