Il Tribunale del Riesame chiede il carcere per l'ex gelataio amico dei Graviano
Salvatore Baiardo avrebbe favorito Cosa Nostra, per questo deve tornare in carcere. È quanto sostiene il Tribunale del riesame di Firenze. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, che sarebbe tornato sui suoi passi, dopo la sentenza del 3 aprile con cui la Suprema Corte accolse il ricorso dei pm fiorentini Luca Turco, Luca Tescaroli e Lorenzo Gestri, che ne chiedevano l’arresto.
La vicenda riguarda una foto che l’ex gelataio di Omegna, già condannato in passato per aver favorito la latitanza dei boss stragisti Giuseppe e Filippo Graviano, avrebbe mostrato al giornalista Massimo Giletti, già conduttore di "Non è l'Arena" su La7. Il presunto scatto, risalente agli anni Novanta, ritrarrebbe il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, Silvio Berlusconi e l'ex generale dei Carabinieri Francesco Delfino, personaggio apparso in una lunga sequela di misteri della prima Repubblica.
L'anno scorso Giletti parlo della foto alla Procura fiorentina. Il 3 aprile, la Corte di Cassazione si era pronunciata in merito al ricorso presentato dal difensore di Baiardo, Carlo Taormina, contro il decreto del Tribunale del Riesame fiorentino che aveva deciso per i domiciliari, accogliendo in parte le argomentazioni dei pubblici ministeri. Tuttavia, la Suprema Corte aveva stabilito che la decisione di applicare i domiciliari sarebbe stata definitiva solo dopo un'ulteriore valutazione da parte del tribunale del Riesame di Firenze. Questo perché la Procura aveva chiesto la misura cautelare per Baiardo non solo per la calunnia nei confronti di Giletti ma anche per favoreggiamento nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri. Una vicenda che rientra all'interno degli approfondimenti investigativi sui mandanti esterni delle stragi del 1993. La richiesta, però, era stata respinta dal gip.
Il provvedimento era stato impugnato dal procuratore aggiunto di Firenze Tescaroli (ora procuratore capo a Prato) e dal pm Gestri, titolari dell'inchiesta sulle stragi di mafia. Successivamente, nel settembre 2023, il riesame aveva accolto il ricorso limitatamente all'accusa di calunnia ai danni di Giletti e del sindaco di Cerasa Giancarlo Ricca. Una decisione a cui fecero nuovamente ricorso sia la Procura sia Baiardo.
Secondo l'accusa, nel corso delle dichiarazioni fatte da Baiardo ai pm fiorentini, l’ex gelataio avrebbe cercato di incastrare Ricca, dal quale avrebbe ricevuto soldi per trasferirli al collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. Ma, si legge nelle colonne del Fatto, il collegio rileva che “Spatuzza ha negato perfino di conoscere Baiardo, circostanza che indebolisce ancor più l’affermazione” dell’ex gelataio, che “si sarebbe fatto restituire parte del denaro affidato al Ricca per riconsegnarlo a Cosa Nostra attraverso lo Spatuzza”. “Ogni accertamento che le dichiarazioni di Baiardo potevano consentire ha trovato smentita”, continua il collegio. Questo evidenzierebbe “l’astio di Baiardo verso i coniugi Ricca-Braganti per la vicenda che lo ha condotto alla condanna per favoreggiamento verso i fratelli Graviano”, nel '96 a 4 anni di carcere. “La calunnia nei confronti di Ricca ha l’effetto di agevolare i Graviano”, in quanto sostenere “il coinvolgimento di Ricca nella gestione del patrimonio occulto dei fratelli Graziano apporta indubbiamente una cortina fumogena alle indagini”, favorirebbe “l’intera compagine criminale denominata ‘Cosa Nostra’, autorizzata a rimettere in discussione verità giudiziarie ormai accertate”. Stesso discorso vale per la calunnia ai danni di Giletti, che servirebbe a “determinare analogo effetto di agevolazione”.
Il collegio, al di là della veridicità della foto o meno, sottolinea che "la calunnia ha l’effetto di determinare una confusione a sua volta portatrice di agevolazione a Cosa nostra”. "Se è vera, è evidente che la smentita di averla mostrata al giornalista potenzialmente preclude l’accesso a un tassello importante per lo sviluppo investigativo sulle stragi del 1993 e su quella mai attuata dello stadio Olimpico di Roma. Se è falsa, l’aver mostrato una simile immagine falsificata, alterata o comunque l’aver fatto credere della sua esistenza a un giornalista di primo piano come Giletti, averne avvalorato l’autenticità parlando con un altro autorevole giornalista Paolo Mondani, per poi smentirla, finisce per sbalestrare le investigazioni, per minare la credibilità di Giletti senza smentire la propria, acquisita pronosticando l’arresto di Matteo Messina Denaro e avvalorata dalla sua effettiva cattura”. Così facendo, Baiardo avrebbe minato “una trasmissione di giornalismo d’inchiesta che era potenzialmente dannosa per gli interessi di Cosa nostra”.
ARTICOLI CORRELATI
Arresto di Baiardo: la Cassazione deposita le motivazioni e rimanda al Tribunale di Firenze
Calunnia a Giletti: Cassazione conferma arresti domiciliari per Baiardo
''Baiardo va arrestato''
Respinta richiesta di arresto a Baiardo, Pm di Firenze: agevolò Berlusconi e Dell'Utri
Caso Baiardo: Urbano Cairo e Paolo Berlusconi convocati dalla procura di Firenze
Baiardo indagato anche per false dichiarazioni a pm. Riesame si riserva su arresto
Baiardo torna a ''colpire'' sui social. Tescaroli nel mirino