Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Dinamiche correntizie e influenze politiche dietro l'esclusione del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita

E' Francesco Curcio il nuovo procuratore capo di Catania: il plenum del Csm, nella riunione di questa mattina, ha approvato la sua nomina con 13 voti in piú rispetto all'altro candidato, Francesco Giuseppe Puleio, procuratore aggiunto nella città etnea. Tre sono state le astensioni: Michele Papa (laico Movimento 5 stelle), Roberto Romboli (Pd) e il vicepresidente dell’organo, l’avvocato leghista Fabio Pinelli.

In magistratura dal 1987, Curcio è un nome appartenente all'area progressista fortemente sponsorizzato dal procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo.

A votarlo sono stati i sette consiglieri magistrati di 'Area' e 'Magistratura democratica', i quattro di UniCost, l’indipendente togato Roberto Fontana e Maria Luisa Mazzola dei conservatori di Magistratura indipendente (Mi). Puleio ha raccolto invece 12 voti, quelli dei sei laici in quota maggioranza di governo, del togato indipendente Andrea Mirenda, del laico di Italia viva Ernesto Carbone e di quattro togati di Mi. 

Il posto di Procuratore della Repubblica di Catania (procura che conta ben 46 pm in pianta organica e 41 in servizio) è di importanza fondamentale per il contrasto a Cosa nostra, per questo durante il vaglio dei nomi in commissione era stato esaminato anche quello dell'attuale procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, già procuratore reggente a Messina, consigliere togato del Csm, consulente della Commissione parlamentare antimafia e direttore generale al Dap, il Dipartimento carceri del ministero della Giustizia. 

Una carriera che, senza alcuna incertezza e pur rispettando gli altri candidati, gli avrebbe conferito tutti i requisiti necessari per competere fino all'ultimo voto, anziché essere escluso in sede di commissione a causa delle solite logiche correntizie e spartitorie.

Era da circa un anno, ovvero dalla nomina di Carmelo Zuccaro a procuratore generale di Catania, che la questione aveva suscitato l'attenzione dei più alti livelli del potere giudiziario e politico. A farlo notare era stato Andrea Mirenda che, abbandonando i lavori della Commissione a maggio, aveva denunciato l'ingerenza nella discussione di “dinamiche quando non opache, sicuramente estranee alle regole procedimentali e di merito".

Negli stessi giorni, gli organi di stampa segnalavano un tentativo del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, di esercitare pressione sul Consiglio Superiore della Magistratura per influenzare la scelta del prossimo Procuratore. Riteniamo che questo intervento, insieme all’ostracismo perpetrato dalla seconda carica dello Stato e dal partito di maggioranza, FdI, rappresenti un atto di grave ingiustizia e vergogna. Anche coloro che si sono fatti condizionare, tradendo i tanto decantati principi di autonomia e indipendenza della magistratura, hanno contribuito a questo scenario, permettendo al potere politico di intromettersi nelle loro decisioni.

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

L'alto valore etico del magistrato Sebastiano Ardita
Di Giorgio Bongiovanni

Procuratore di Catania: quinta commissione 'taglia' la lista. Rimasti Curcio e Puleio

Intimazione ai partiti: giù le mani dalla magistratura!

Catania: stallo per la nomina del procuratore. Colpevoli correnti e logiche spartitorie

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos