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L’inchiesta su appalti e corruzione ha coinvolto pubblici amministratori, funzionari e imprenditori

A dieci anni di distanza dallo scandalo Mose, Venezia torna al centro della cronaca con un nuovo caso politico-giudiziario. L’assessore comunale alla Mobilità e ai Trasporti, Renato Boraso, è stato arrestato a seguito di un'operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Venezia. L'indagine, oltre a coinvolgere il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha coinvolto anche pubblici amministratori, funzionari e imprenditori, con decine di perquisizioni effettuate. Insieme a Boraso, è stato arrestato anche l’imprenditore edile Fabrizio Ormenese e altre 17 persone. Boraso sarebbe stato accusato di corruzione per la cessione di Palazzo Papadopoli, un edificio storico di Venezia. L’assessore alla Mobilità, infatti, avrebbe ridotto il valore del palazzo, portandolo da 14 milioni di euro a poco più di 10, con il fine ultimo di favorire Chiat Kwong Ching, imprenditore di Singapore. In cambio, Boraso avrebbe ricevuto 73.200 euro sotto forma di consulenza tramite la sua società, Stella Consulting, gestita insieme alla moglie. Per la Procura di Venezia, Boraso, nel tentativo di nascondere l’origine dei soldi, avrebbe trasferito parte dei 73.200 euro ad altre sue società. Inoltre, sempre Boraso sarebbe sospettato di aver intascato una tangente da 80mila euro dall’imprenditore Nievo Benetazzo, per aver modificato il piano regolatore al fine di consentire la costruzione di un parcheggio all’interno di un’area laddove non sarebbe stato possibile.
Il sindaco Luigi Brugnaro - ha reso noto Repubblica - è indagato in relazione alla vendita dell'area dei “Pili” all’imprenditore Chiat Kwong Ching. Il sindaco, insieme al capo di Gabinetto Morris Ceron e al vice Derek Donadini, avrebbe concordato con Ching il versamento di 150 milioni di euro in cambio di favori urbanistici. Per questo motivo, la Procura sta esaminando il blind trust che amministra il patrimonio di Brugnaro. “Stiamo valutando la correttezza della gestione del blind trust del sindaco - ha detto il procuratore capo Bruno Cherchi - quindi l'avviso di garanzia è stato emesso a suo favore, per correttezza nei suoi confronti. Forse - ha aggiunto - poteva anche non essere necessario, ma per trasparenza dell’attività della Procura abbiamo ritenuto che fosse messo a conoscenza che stiamo valutando questo. Non c'è niente di segreto, per cui abbiamo ritenuto di poterlo fare, nonostante non sia stato attinto nemmeno da perquisizione”. Il sindaco di Venezia, in risposta all'indagine della Guardia di Finanza che lo vede coinvolto, in una nota ufficiale si è dichiarato “esterrefatto”. Sottolineando di aver sempre agito per il bene comune, Brugnaro ha affermato: “In cuor mio e con coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l'incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici”.

In foto: Luigi BrugnaroRenato Boraso © Imagoeconomica

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