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Il pm sulla pubblicazione delle intercettazioni: “Ciò che si fa oltre la riforma Orlando viene fatto per esigenze diverse”

Dopo la riforma della giustizia appena approvata, sul ministro Carlo Nordio continuano a fioccare critiche. Le ultime, in ordine di tempo, sono quelle rilasciate durante un'intervista con “Il Fatto Quotidiano” dal pm Eugenio Albamonte, che ha sottolineato come il ddl Nordio, in realtà, rappresenti “un’amnistia selettiva”. Recentemente Nordio ha sostenuto che i magistrati danno troppa importanza alle intercettazioni e ha suggerito di iniziare a utilizzare altre tecniche investigative, come osservazione, pedinamento e monitoraggio dei flussi finanziari. Rispetto alle parole del ministro Nordio, il pm Albamonte ha commentato: “Sembra che il ministro non abbia mai fatto il pubblico ministero, cosa che invece continua a ripetere ossessivamente, forse per ricordarlo a se stesso. Oggi propone un modo di fare le indagini che poteva funzionare ai primi del ’900. È chiaro che ancora si continuano a usare quelle tecniche, ma di certo non possono essere efficaci quando si è di fronte, ad esempio, a un’associazione criminale che vive ai capi opposti del pianeta, come avviene per le organizzazioni calabresi le cui ramificazioni arrivano fino all’Australia”.


L'abolizione dell’abuso d'ufficio e le intercettazioni

Riguardo ai limiti sulle intercettazioni e alle dichiarazioni di Nordio, che ha più volte ribadito il fatto che la lotta alla mafia non si fa “con le intercettazioni a strascico”, Albamonte ha ribadito che, in realtà, “la lotta alla mafia si fa con tutto”. E aggiunge: “Matteo Messina Denaro, quando è stato arrestato, aveva diversi telefonini”. Inoltre, il governo vuole ridurre a 45 giorni il periodo per le intercettazioni nei reati non legati alla mafia, ma si tratta di captazioni importanti “perché riguardano i reati della Pubblica amministrazione”. Non si toccano le intercettazioni per i reati di mafia, ma la direzione intrapresa ha creato delle “impunità per alcuni segmenti di criminalità, che sono quelli vicini alla politica”. Per quanto riguarda l’abolizione d’ufficio, infatti, l’Anm parla di oltre 4.000 condannati che avranno la pena annullata. Tuttavia, “questi 4.000 non sono cittadini comuni, ma pubblici ufficiali, di cui gran parte saranno amministratori locali o dipendenti della Pa infedeli. In qualche modo - ha precisato Albamonte - vicini al circuito della politica o dell’alta amministrazione. Quindi è un’amnistia selettiva”. Durante l’intervista, Albamonte ha contestato anche l'affermazione che le intercettazioni siano divulgate in modo inappropriato. “Il teorema in base al quale vengono divulgate intercettazioni in modo inappropriato è una fake news. Da quando è in vigore la riforma Orlando con il deposito selettivo delle intercettazioni, le diffusioni di notizie che hanno leso la reputazione di terzi estranei al procedimento sono pari a zero. Lo ha detto il Garante della privacy alla Commissione Bongiorno. Tutto quello che si fa oggi in più rispetto alla Orlando è inutile: devo pensare che venga fatto per esigenze ulteriori e diverse”.


L’interrogatorio prima dell’arresto

Il ddl Nordio prevede anche che gli indagati siano avvisati del rischio di arresto. Il pm Eugenio Albamonte ha spiegato che questa disposizione potrebbe favorire la fuga degli indagati. “Io chiedo a chi ha buonsenso di immaginare una situazione in cui arriva a casa una cartolina con la quale ti annunciano il rischio di essere arrestato. È ovvio che, se una persona ha una minima possibilità, si dà alla fuga. Lo abbiamo appena visto nel caso di Giacomo Bozzoli, scappato dopo una sentenza passata in giudicato”. Infine, Albamonte ha commentato anche la mancanza di investimenti concreti per colmare i vuoti di organico della magistratura e la necessità di rimanere uniti contro la separazione delle carriere dei magistrati. “Risorse ancora niente: per ora sono solo annunciate, mentre le abrogazioni delle norme o le complicazioni delle procedure sono già vigenti. La prospettiva dell’efficienza rimane sullo sfondo, eventuale e incerta”. Riguardo alla separazione delle carriere “abbiamo annunciato lo sciopero: l’importante è essere compatti”.

Foto © Imagoeconomica

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