Il commento del presidente dell’Associazione nazionale magistrati sul ddl Nordio durante la trasmissione Omnibus (La7)
“Non vedo limiti alla gogna, ma un colpo di spugna: l’abrogazione di un reato che ha un suo contenuto importante. Abrogare significa regalare uno spazio di impunità”. Sono queste le parole pronunciate dal presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati, Giuseppe Santalucia, durante la trasmissione Omnibus (La7), per commentare il ddl Nordio, approvato nella giornata di ieri alla Camera con 199 voti favorevoli e 102 contrari. “È illiberale, perché all’interno di uno Stato liberale - ha proseguito il presidente dell’Anm - i diritti del privato sono centrali. Mentre, in questo caso, siamo tutti soggetti agli abusi del pubblico potere senza poter resistere, senza poter denunciare”. In merito al ricorso al Tar per tutelare i propri interessi qualora siano stati lesi da un atto amministrativo, Santalucia ha spiegato: “Non c’entra nulla, perché spesso non c’è un provvedimento a cui replicare, ma un comportamento abusivo da parte del pubblico ufficiale, che non avrà più nessuna censura. Questo mi sembra paradossale”. E aggiunge: “Io sono un pubblico ufficiale e quindi dovrei gioire per l’eliminazione di un reato che colpisce anche me. Questa attenzione focalizzata sui sindaci io non la condivido”. Ad ogni modo, “un effetto lo avremo. Da oggi, tutti quelli che sono stati condannati per abuso d’ufficio si rivolgeranno al giudice per chiedere la revoca delle sentenze di condanna. Si tratta di una piccola amnistia per i pubblici ufficiali - ha sottolineato Santalucia -. Anche se introdurremo una nuova norma incriminatrice, l’effetto abrogativo non verrà tolto. Avremo tra le 3 e le 4 mila persone, o forse di più, che si rivolgeranno ai giudici e che chiederanno la revoca della condanna. È una piccola amnistia per i colletti bianchi”.
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