In Corte d’Appello il 17 settembre sarà udito Pino Panettino, ex portavoce del primo cittadino Gioacchino De Luca
Ieri, nel corso del processo in appello a carico di Pino Maniaci, accusato di estorsione, è stato sentito l’ex sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca. Nelle scorse settimane la Corte, presieduta da Luciana Caselli, ha chiesto di riascoltare il primo cittadino che ha accusato il direttore di Telejato di averlo vessato durante la sua sindacatura con l’intento di estorcerli denaro. L’obiettivo era quello di fare chiarezza e capire il tenore delle deposizioni dell’ex sindaco già fatte in primo grado.
Alla carrellata di domande della Corte, De Luca ha raccontato che nel corso del tempo venne costretto a versare alcune somme per un totale di circa 10 mila euro. Persino “per avere spazio per le repliche dovevo pagare” ha detto De Luca. Stando alle dichiarazioni del primo cittadino, Pino Maniaci lo avrebbe “pressato” millantando amicizie altolocate dentro le istituzioni e le forze dell’ordine. Un modo che, sempre secondo De Luca, lasciava intendere di essere in grado di far accendere i riflettori della giustizia sul Municipio di Borgetto mettendo l’amministrazione in cattiva luce.
Eppure, alla domanda della Corte sulla richiesta di denaro del direttore di Telejato l’ex primo cittadino ha traballato, e non poco. “Lui (Maniaci, ndr) glieli chiedeva per un bisogno personale, perché non aveva di che mangiare o essere aiutato con le spese della televisione” oppure “perché pagando i suoi contenuti (televisivi, ndr) sarebbero stati più miti?” “Maniaci era capace di tutto”, ha risposto De Luca. “Essere capaci è una cosa astratta - ha evidenziato Caselli -. Io le sto chiedendo: è accaduto qualcosa di questo (censura di alcune inchieste in cambio di soldi, ndr)?” “No, non è caduto. Che io ricordi mi pare di no, mi pare di no”. E ancora: “Quindi lei pagava quando c'era quest'insistenza (di Maniaci, ndr), però, nonostante ciò, lui continuava con i suoi attacchi televisivi ugualmente?”, ha domandato la presidente della Corte. “Sì… lui era tranquillo, cioè se ne andava, poi ne escogitava un'altra per attaccare…”.
In primo grado il giornalista venne assolto dal capo di imputazione dell'estorsione e condannato a un anno e 5 mesi per diffamazione. Il ricorso è stato presentato dalla procura contro l'assoluzione per estorsione. Maniaci ha impugnato a sua volta la parte in cui è stato condannato per diffamazione. Secondo la procura, che aveva chiesto 11 anni di carcere per Maniaci, le motivazioni del giudice di primo grado sarebbero state "lacunose, illogiche e contraddittorie". La Corte cercherà di fare ulteriore chiarezza nell’udienza fissata il 17 settembre. Sarà la volta di Pino Panettino, all’epoca portavoce del sindaco di Borgetto, che ieri non si è presentato in udienza producendo un certificato di malattia.
Foto © Paolo Bassani
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