Prossima udienza il 3 luglio con le arringhe dei legali di Bellini e le dichiarazioni spontanee dell’imputato
"Difendere Paolo Bellini" davanti alla Corte d'Assise e Appello di Bologna "è un compito difficile" perché “mi sono convinto che il pronostico non è fausto”, “alcuni provvedimenti che la Corte ha assunto mi fanno pensare che la Corte sia predisposta a rigettare l’appello e quindi a confermare la condanna di Bellini all’ergastolo” anche perché "a Bologna c'è qualche problema con le prove tecniche" e "con le moderne tecniche di investigazione". A dirlo, davanti alla Corte d'Assise e d'Appello, è l'avvocato Antonio Capitella, che assiste insieme all'avvocato Manfredo Fiormonti l'ex 'primula nera' di Avanguardia nazionale. In primo grado Bellini è stato condannato all'ergastolo quale quinto esecutore, insieme agli altri ex terroristi neofascisti dei Nar, della Strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, nella quale sono morte 85 persone e ne sono rimaste ferite 200. Nel corso della sua arringa, il legale ha parlato dei legami di Bellini con il gruppo neofascista Avanguardia Nazionale, del ruolo di Licio Gelli, il gran maestro della P2, ritenuto il finanziatore della Strage, del banchiere Roberto Calvi e dello scandalo del Banco Ambrosiano, tracciando un grande affresco dell'Italia degli anni '70. Tra i punti chiave della sua arringa, che proseguirà anche nella prossima udienza, anche l'analisi del video girato da un turista tedesco da un treno in arrivo in stazione a Bologna alle 10.13 del 2 agosto di 44 anni fa, ben 12 minuti prima dello scoppio della bomba. In un fotogramma, per l'accusa, comparirebbe anche Paolo Bellini, con tanto di capelli lunghi e baffi. Aspetto che corrisponderebbe a quello che l'imputato aveva all'epoca e a due foto segnaletiche che il legale ha mostrato in aula, esortando però i giudici a "valutare liberamente" quelle immagini.
Capitella ha chiesto di acquisire la copia analogica di quel filmato, nel quale compare anche una donna il cui orologio da polso segna un orario che la difesa di Bellini ritiene essere le 12.15 o con le 13.15. Orario incompatibile con la presunta presenza di Bellini nella Stazione e che consentirebbe quindi di scagionare l'imputato. Proprio per questo l'avvocato Capitella ha ribadito che i giudici di secondo grado avrebbero dovuto disporre questo e altri accertamenti indicati dalla difesa Bellini, che invece non sono stati ammessi. "State costruendo una sentenza che non applica l'articolo 533 del codice di procedura penale", che prevede che si possa condannare un imputato solo se è ritenuto responsabile del reato contestatogli oltre ogni ragionevole dubbio, è stato il monito del difensore di Bellini che, in caso di condanna del suo assistito, ha preannunciato il ricorso in Cassazione. La prossima udienza, fissata per il 3 luglio, sarà dedicata alle arringhe dei legali di Bellini e alle dichiarazioni spontanee dell’ex estremista nero.
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