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Il procuratore aggiunto Ardita: "Impegno al contrasto è prioritario"

Ancora una volta le indagini hanno scoperchiato quel mondo nascosto sotto vite apparentemente irreprensibili e volti dall'aria onesta.
Eccetto qualche pregiudicato erano tutte persone incensurate tra i 30 e 65 anni, scolarizzati, la gran parte impiegati pubblici o privati e un pensionato, con famiglia.
Per i ventisei indagati dalla procura distrettuale di Catania nell'ambito dell'operazione denominata 'Tabù' sono scattate perquisizioni personali e informatiche. Ciò che gli investigatori hanno scoperto è raccapricciante: gli agenti specializzati del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale di Catania, diretto da Marcello La Bella hanno recuperato migliaia di file di immagini di abusi su minori. Uno degli indagati era addirittura in possesso di una copia telematica della 'Guida del pedofilo'. Un manuale che 'illustra' come abusare dei bambini senza essere scoperti della famiglia, degli amici e delle forze dell'ordine.
Alcune copie erano già state individuate dalla National Crime Agency britannica ad ottobre del 2021.


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Sebastiano Ardita © Davide de Bari


"L'impegno nel contrasto a crimini come pedofilia e pedopornografia resta prioritario - ha commentato il procuratore aggiunto di Catania, Sebastiano Ardita, titolare dell'inchiesta con il sostituto Anna Trinchillo - e lo dimostrano i risultati ottenuti, come quello di oggi, che sono merito anche dell'alta preparazione della Polizia giudiziaria e dei sostituti procuratori del pool".
Le indagini, coordinate dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) del servizio della Polizia postale, hanno preso avvio dall'attività di analisi informatica su dispositivi elettronici sequestrati a un indagato, arrestato mesi fa per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, che contenevano anche una piattaforma di messaggistica con gruppi dediti allo scambio di immagini e video di abusi su bambini, alcuni dei quali piccolissimi. Gli investigatori stanno procedendo anche all'identificazione delle vittime. "In quelle foto in quei video, non dimentichiamolo - ha sottolineato don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter - ci sono dei bambini già abusati, a cui è stata negata l'infanzia e la bellezza della vita. Deturpati per sempre. Mi appello che al G7 ci possa essere un solo cenno per la gravità della pedocriminalità organizzata ormai a livello mondiale".

Foto di copertina © Imagoeconomica

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