La vicenda riguarda le clip sulle parole che “Vasa vasa” pronunciò a Samarcanda nel ’91 e delle quali aveva chiesto la rimozione alla piattaforma web
Non verranno rimossi da You Tube i video dell’intervento, poi passato alla storia, di Totò Cuffaro alla staffetta televisiva Rai-Mediaset nei programmi Maurizio Costanzo Show e Samarcanda in cui l’ex presidente della Regione Sicilia se la prendeva contro il giornalismo, da lui definito “mafioso”, condotto da Maurizio Costanzo e Michele Santoro in quell’occasione. Lo ha deciso la prima sezione civile del tribunale di Palermo, rigettando la richiesta del Segretario nazionale della Democrazia Cristiana di Sicilia, che ha scontato una condanna a sette anni per favoreggiamento alla mafia. Le clip che girano sulla rete risalgono al 26 settembre 1991. In quell’occasione, per ricordare il recente delitto di mafia di Libero Grassi, era stata organizzata un’unica trasmissione tra il Maurizio Costanzo Show e Samarcanda con ospiti il giudice Giovanni Falcone (oltre che Claudio Fava, Giovanni Impastato, Rita Dalla Chiesa ed altri). A un certo punto, in collegamento da Palermo, un giovane Cuffaro, fresco di elezione all’Assemblea Regionale Siciliana, aveva chiesto parola a Michele Santoro e si scagliò contro alcuni contenuti della trasmissione: “C’è in atto una volgare aggressione alla classe dirigente migliore della Democrazia cristiana in Sicilia. Il giornalismo mafioso che è stato fatto stasera fa più male alla Sicilia di dieci anni di delitti…”, affermò ricoperto di fischi del pubblico palermitano. Accadde che durante le sue accuse le telecamere inquadravano Giovanni Falcone che ascoltava le parole del giovane senza commentare. L’indomani scoppiarono le polemiche sui giornali. Il soggetto del “j’accuse” di “Vasa vasa” però non era il giudice che qualche mese dopo sarebbe stato ucciso dalla mafia a Capaci, ma il pm Francesco Taurisano, che indagava su Calogero Mannino, leader siciliano della sua corrente all’interno della Dc. Anche se durante il suo intervento Cuffaro non fece mai il nome di Taurisano, né quello dell’intervistato Rosario Spatola (il pentito di mafia che accusava Mannino), l’ex governatore siciliano ha sempre ribadito che la sua critica era rivolta a Taurisano e non a Falcone. Tuttavia quella clip, anni dopo, venne caricata su You Tube in certi casi con titoli oggettivamente diffamatori come “Cuffaro aggredisce Falcone”. Uno di questi video verrà rilanciato anche dall’ex giudice Antonio Di Pietro sul suo sito. L’ex leader de L’Italia dei Valori verrà denunciato da “Vasa vasa” che otterrà una condanna per diffamazione al pm dell’inchiesta “Mani Pulite”. Non contento, Cuffaro nel luglio 2020 ha chiesto a Youtube ogni traccia di quelle parole, rimuovendo le cinque clip che riportavano quel vecchio intervento a Samarcanda. Cosa che il provider ha fatto soltanto in seguito, dopo aver appreso della condanna in Appello di Di Pietro per diffamazione all’ex governatore siciliano (sentenza del 2021). La piattaforma web, però, ha rimosso solo quattro delle cinque clip indicate da Cuffaro nella sua diffida. Una è ancora disponibile online, come ricorda Il Fatto Quotidiano, con il titolo: “Cuffaro da Santoro e Costanzo davanti al giudice Falcone”. Da qui la decisione di fare causa, nel 2022, anche a You Tube chiedendo la rimozione e la deindicizzazione di tutti i video e allegando una richiesta di risarcimento da 250mila euro per “lesione dell’onore e della reputazione scaturenti dalle pubblicazioni di commenti diffamatori da parte degli internauti a corredo dei video postati”. Il tribunale, però, ha rigettato la sua richiesta. Dopo aver escluso che la società possa “essere chiamata a rispondere di titoli scritti e immessi in rete da altri soggetti”, il giudice Michele Guarnotta scrive che “il contenuto dei video non è di per se diffamatorio atteso che i video sono oggettivamente veri si riferiscono alle riprese della trasmissione andata in onda nel settembre del 1991”. Nella sentenza emessa il 31 maggio scorso si spiega inoltre come sia certo che Cuffaro “abbia effettuato il descritto intervento nel corso della citata staffetta televisiva, così come è certa la presenza, in video collegamento, di Giovanni Falcone che ha ascoltato l’intervento stesso”. Il giudice Guarnotta sottolinea come nel suo intervento Cuffaro abbia un “tono di voce particolarmente accalorato” e ricorda, riporta ancora Il Fatto Quotidiano, come “il contenuto dello stesso” fosse “un palese attacco contro le notizie diffuse durante la trasmissione Samarcanda poiché frutto di un ‘giornalismo mafioso‘ che aveva compiuto una ‘volgare aggressione‘ contro la classe dirigente della Democrazia cristiana siciliana e che aveva diffuso notizie false ed invece omesso notizie relative ad ‘un giudice corrotto che ha costruito un’intera storia su un pentito volgare che mette a repentaglio e delegittima la classe dirigente siciliana’ e ad ‘un magistrato che prima è andato in America, poi si è ammalato… ora chiede i trasferimenti'”. Quindi, secondo il tribunale, si “è trattato di un intervento dai connotati aggressivi nel corso del quale l’attore ha criticato aspramente ‘un giudice’, ‘un magistrato’ senza mai esplicitare il nome di questa persona che soltanto successivamente, in un secondo momento, e in virtù di una posteriore ricostruzione dei fatti accennati dall’attore, è stata poi identificata nel giudice Francesco Taurisano; pertanto, soltanto in base ad una non semplice rielaborazione degli eventi, postuma all’intervento di cui si tratta, può dunque dirsi che in quel momento le parole dell’attore non fossero rivolte a Giovanni Falcone”. È il caso del video "superstite", quello lasciato online da Youtube, che “non riporta alcuna affermazione offensiva limitandosi, invero, a riportare una circostanza oggettivamente reale quale la partecipazione del ricorrente alla celeberrima staffetta televisiva condotta da Santoro e Costanzo alla presenza del giudice Falcone”. La clip, dunque, resterà dov’è e Cuffaro dovrà pagare le spese legali al colosso statunitense.
Foto © Davide de Bari
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