La testimonianza del magistrato Giovanni Russo al processo al sottosegretario di Fdi
I documenti - di Gom e Nic - inviati a Delmastro erano "a 'limitata divulgazione'", quindi sarebbero dovuti rimanere all'interno dell'amministrazione. Quando è stata posta questa dicitura, "l'intento era fornire al soggetto politico, su un tema così caldo, gli elementi più idonei" a prendere le decisioni politiche. Così il magistrato e capo del Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) Giovanni Russo (in foto), chiamato come testimone al processo presso il Tribunale di Roma che vede imputato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, sottosegretario di Fratelli d’Italia in via Arenula, con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio nell'ambito della vicenda Cospito. Russo, interrogato dai pm, ha ricordato la telefonata del sottosegretario, avvenuta il 29 gennaio 2023: Delmastro "chiese informazioni su Cospito". In altre due occasioni il sottosegretario e il capo del Dap avevano parlato del caso. "Sicuramente mi chiese informazioni prima del 29 gennaio. Cospito era il tema di quelle settimane e ne iniziammo a parlare la settimana precedente, quando ci siamo incontrati un paio di volte e ci siamo parlati", ha ricordato in aula Russo.
Quelle informazioni furono poi usate da Giovanni Donzelli, compagno di partito di Delmastro, alla Camera per attaccare i quattro colleghi dell’opposizione Debora Serracchiani, Walter Verini, Andrea Orlando e Silvio Lai, accusandoli di vicinanza ai clan per essere andati a portare solidarietà a Cospito alcune settimane prima. Secondo l’accusa, però, Delmastro non poteva condividere i contenuti dei report con Donzelli, perchè si trattava di documenti coperti da segreto amministrativo: una tesi ora rafforzata dalla testimonianza del capo del Dap.
I documenti mandati a Russo
Sono due gli appunti che, la mattina del 30 gennaio, vengono portati all'attenzione di Russo. Il documento del Gom (Gruppo Operativo Mobile), "a firma di D'Amico", è composto da due pagine. "Per le esigenze di comunicazione che mi aveva chiesto Delmastro, ho ritenuto essere sufficiente mandare solo le prime due pagine", ha ricordato il capo del Dap. L'altro documento del Nic (Nucleo Investigativo Centrale) era "più corposo e selezionabile. Io faccio una selezione di 6, 7, 8 pagine", ha spiegato. "Avevamo già da qualche giorno attenzionato il caso Cospito e veniva inviata) al gabinetto tutta la documentazione sempre a 'limitata divulgazione'", ha aggiunto il capo del Dap, che ha affermato di non essere stato stupito dalla chiamata di Delmastro quella domenica, 29 gennaio. "Non mi sono meravigliato per la chiamata di domenica pomeriggio a casa - ha detto -. Non c'era consuetudine anche perché avevo preso le funzioni da 10 giorni, poi con la consuetudine mi sono reso conto che il sottosegretario non ha orari, quindi è stato molto naturale". A parlare è poi il capo del Nic, Augusto Zaccariello. "Ricordo che era il 29 gennaio dal capo dipartimento che mi chiese una relazione di sintesi con tutti i dati su Cospito. Mi disse poi di trasmettere tutto entro le 14/14.30 del giorno dopo", ha detto Zaccariello in aula. All'udienza di ieri era prevista anche l'audizione di Donzelli, il quale però non si è presentato in aula per un legittimo impedimento.
È stato invece sentito il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, che con un suo esposto ha fatto avviare l’indagine: “L’onorevole Donzelli in Parlamento lanciò un duro attacco ai parlamentari Pd che avevano incontrato Cospito in carcere. Gli chiesi pubblicamente come avesse quelle informazioni e lui disse che chiunque poteva averle. Quando però ho chiesto al ministero della Giustizia di avere copia di quegli atti me ne hanno dato solo un estratto (di tre pagine su almeno 54, corrispondenti a quanto riferito da Donzelli in Aula, ndr) dicendo che non potevano essere consegnati ai sensi di due norme dello Stato. Una è quella che disciplina il segreto d’ufficio, l’altra è il regolamento del Dap, che dice che quegli atti non hanno diritto di accesso”, ha detto. “Voglio che sia accertata la verità. Sono un deputato della Repubblica quanto Donzelli, lui aveva un atto e a me questo atto è stato negato”, ha incalzato il leader di Europa Verde.
Nel procedimento sono parti civili i parlamentari del Pd che incontrarono in carcere l'anarchico Cospito: Andrea Orlando, Silvio Lai, Debora Serracchiani e Walter Verini.
Foto © Imagoeconomica
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