Non sono stati riuniti il processo all'avvocato siciliano Piero Amara per le presunte calunnie nei confronti di esponenti delle istituzioni, della magistratura, delle forze dell'ordine e dell'imprenditoria nell'ambito della vicenda della fantomatica "loggia Ungheria" e quello in cui sempre Amara risponde, invece, di rivelazione di segreto d'ufficio per aver consegnato a Vicenzo Armanna, ex manager licenziato da Eni e anche lui imputato, quei verbali da lui resi ai pm milanesi come indagato, tra il novembre 2019 e il gennaio 2020, nell'ambito del caso sul cosiddetto "falso complotto". Lo ha deciso oggi il giudice della decima penale di Milano Raffaella Mascarino che ha respinto l'istanza di riunire i due procedimenti, perché, a suo dire, non ci sarebbe "connessione". Tra l'altro, Mascarino ha fatto presente che non sarà più giudice alla decima penale e ha rinviato entrambi i processi di fronte ad un altro giudice della stessa sezione per il 3 luglio. Uno dei due processi, quello sulle presunte calunnie, dovrà, poi, essere trasmesso alla settima penale. Le difese potrebbero sollevare ancora una volta la questione, come preannunciato, dell'invio degli atti a Brescia per competenza territoriale. Amara, nel filone 'loggia Ungheria', è accusato di aver calunniato con le sue dichiarazioni sulla loggia 65 persone, 40 delle quali parti civili. Tra queste l'ex ministra Paola Severino e gli ex vicepresidenti del Csm Giovanni Legnini e Michele Vietti. Davanti alla terza penale, invece, è in corso il processo sul cosiddetto "falso complotto".
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