Il procuratore aggiunto a Firenze, ormai prossimo a trasferirsi a Prato, risponde alle domande di Repubblica
"La corruzione è una piaga diffusa in Italia che alcune inchieste sono riuscite solo ad arginare, come con Tangentopoli e più di recente con Mondo di mezzo" e "contro la corruzione è necessario, senza fermarsi, un impegno continuo per contrastarla in modo efficace". Lo afferma Luca Tescaroli, procuratore aggiunto a Firenze e presto a Prato in una intervista a Repubblica. "In democrazia la libertà di critica è un fattore fondamentale. Ma serve estremo rigore perché gli interventi di esponenti delle istituzioni possono tradursi in delegittimazione per un'intera categoria" aggiunge sottolineando che la norma sullo stop delle intercettazioni dopo 45 giorni che sta per passare in Senato avrà delle ripercussioni: "Delimitare questo strumento in ogni forma significa rendere più difficile l'accertamento della verità. Sarà più complicato individuare i violentatori, i corrotti e i corruttori, gli autori di reati predatori".
Quanto al Trojan per la corruzione, che Enrico Costa - responsabile Giustizia di Azione -, vuole togliere, Tescaroli ha le idee chiare: "Il delitto si perfeziona col patto omertoso tra corrotti e corruttori. Per scoprirlo è indispensabile fruire di strumenti penetranti come i Trojan". Sull'abuso d'ufficio, invece, che sarà cancellato, Tescaroli sottolinea la “libertà massima di legiferare del Parlamento, ma segnalo che questo reato è l'anticamera di altri ben più gravi, come la corruzione, e continua a essere impiegato fruttuosamente per arginare il fenomeno dei concorsi pilotati nelle università. Oggi le mafie preferiscono agire come attrici sul terreno economico, prediligendo forme di corruzione che sono abusi d'ufficio qualificati". Per il procuratore si tratta a tutti gli effetti di un reato spia per le mafie.
Nonostante le riforme, Tescaroli si è detto “sereno” nel suo agire, “come dev’esserlo chi opera per cercare la verità”. “Ho il massimo rispetto per le scelte del legislatore - ha aggiunto -. In verità preferirei essere spettatore di iniziative proiettate a farsi carico dell'esigenza di celerità della risposta giudiziaria con la certezza di sapere, in campo penale, se un imputato sia innocente o colpevole. Dovrebbe essere in vetta alle priorità”. “Il dibattito è orientato verso propositi di ridimensionamento dell'uso di strumenti fondamentali nella ricerca della verità, come le intercettazioni, oggetto di continui interventi normativi che rendono più difficoltoso il cammino per individuare le responsabilità penali, ove esistenti”, ha sottolineato.
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