Sconti di pena per Carminati e Buzzi
di AMDuemila - Video
Sentenza concettualmente ribaltata: dal "mondo di mezzo" veniva adottato il metodo mafioso. E' di fatto questa la grande novità della sentenza d'appello che la III corte d’Assise d’appello di Roma, presieduta da Claudio Tortora, ha espresso riconoscendo l'aggravante per mafia (416 bis). Poco importa se le pene nei confronti dei due grandi imputati, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, collegati in video conferenza, sono state ridotte. L'ex Nar è passato dai 20 anni del primo grado ai 14 anni e sei mesi inflitti oggi. Buzzi, il cosiddetto Ras delle cooperative, invece è passato dai 19 anni a 18 e 4 mesi.
La sentenza è stata emanata dall'aula bunker di Rebibbia.
Se in primo grado i giudici avevano evidenziato nelle loro motivazioni che vi era l'esistenza di "due diversi gruppi criminali", senza però ravvisare quella violenza, quella intimidazione che caratterizza le organizzazioni criminali, vengono riconosciute nell’articolo 416 bis, in secondo grado i giudici hanno dato ragione alla Procura di Roma.
La Procura generale di Roma con il sostituto pg Antonio Sensale aveva chiesto rispettivamente 26 anni e mezzo e 25 anni e nove mesi di carcere per l’ex terrorista nero Carminati e l’ex imprenditore Buzzi.
"Non si tratta di stabilire se a Roma c'è o no la mafia, ma se questa organizzazione criminale rientra nel 416 bis e se ha operato con il metodo mafioso - avevano sottolineato i magistrati nella requisitoria - E il metodo consta di alcune modalità chiave: l'uso della violenza e dell'intimidazione, l'acquisizione di attività economiche e l'infiltrazione nella pubblica amministrazione".
Secondo l'accusa, di cui fa parte anche il pm Luca Tescaroli che ha affiancato per tutto il processo d'appello i colleghi della procura generale, il gruppo criminale, che in Carminati aveva il suo capo, già prima del 2011 era riuscita ad infiltrarsi nel controllo di attività economiche, appalti e commesse pubbliche. Poi, con l'aiuto di Buzzi, la stessa era ulteriormente salita di livello, infiltrandosi anche nella pubblica amministrazione.
In foto: Salvatore Buzzi, Massimo Carminati e l'aula bunker di Rebibbia (da repubblica.it)
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