di AMDuemila
Saluto fascista, smanicato nero, jeans e scarpe da ginnastica, battute e rivendicazioni del suo passato, è così che Massimo Carminati, accusato di essere il capo di mafia Capitale, ieri al processo ha cercato di sostituire l'immagine del boss con quella del vecchio paninaro fascista degli anni '70. “Qui stamo a parlà della mafia del benzinaro - ha annunciato all'inizio della sua deposizione - Lo so che sono io l’articolo 7 (l’aggravante di mafia, ndr) se non ci fossi stato io questo processo sarebbe stata una cosa ridicola”. Uno show durato più di sette ore dove l'ex Nar ha ribadito il suo passato nero: “Io sono un vecchio fascista degli anni Settanta, e sono contento di essere così… Non voglio dire di essere una mammoletta, ma non c’entro niente con Romanzo criminale , il Samurai e tutte quelle puttanate”.
Un'immagine diversa quella che emerge dalle intercettazioni dove Carminati “er ceccato” viene dipinto come minaccioso “Re di Roma” che faceva tremare imprenditori e altri colletti bianchi. Minacce e intimidazioni che l'ex Nar ieri ha rinnegato, come nel caso di Riccardo Mancini, ex amministratore delegato dell'Eur spa, del quale Salvatore Buzzi, diceva all'amico Carlo Pucci di essere pronto a farlo “strillà come un'aquila”. “Me fa’ ride sta cosa delle minacce - ha detto Carminati in aula - Pucci e Mancini sono due fratelli per me, amici dell’Eur degli anni 70. E poi Mancini pesa 200 chili, io 70. Se lo minacciavo me menava”. Sulle sue imprecazioni contro il giornalista Librio Abbate, che nel 2012 svelò il sistema di Mafia capitale, ieri ha detto: “Mi ero arrabbiato perchè mi aveva messo nel traffico degli stupefacenti, poi mi è passata... del resto non mi frega niente”.
Riguardo Buzzi, “er ceccato” prende le distanze da alcune sue dichiarazioni e dalla sua scelta processuale: “Era una macchina da guerra, quando doveva risolvere un problema si rivolgeva a tutti, si alzava la mattina per trovare i soldi degli stipendi di 1200 persone; questa storia è un vero peccato, gli voglio bene, è un grande imprenditore, anche se mi spiace per la sua scelta processuale, così si è tagliato tutti i ponti dietro”. E ancora: “Ha detto che ero l’ufficiale pagatore per Finmeccanica, leggenda metropolitana: se uno mi dà i soldi pensando che li porti a qualcuno sbaglia perché me li tengo in tasca”.
Rientrano nello show per sminuire la sua figura di boss anche le lamentele per la sua notorità mediatica: “M’hanno chiamato re di Roma, Er Cecato, il Nero di Romanzo criminale, il Samurai di Suburra, ma non scherziamo! Nel mio ambiente queste cose ti rendono ridicolo, non ti danno potere”. Poi un passo falso, è lui stesso a sottolineare il suo potere: “Se io dico che una cosa non si fa non si fa, ve lo assicuro...La Onlus Piccoli passi non poteva essere il luogo per riunioni segrete di associazioni mafiose… non lo avrei permesso, nessuna riunione là”.
Prende invece le distanze dai politici e dal 'mondo de sopra' : “I politici nun ce pagavano dopo due anni. Sono dei truffatori! Sono sempre stati così. Se ne fregano. Uno schifo. E quando non servi più te accannano. Te scaricano. Ste cose possono succede solo nel mondo de sopra, nel mondo de sotto semo più seri. Perché noi del Mondo di Sotto non avremo i 10 comandamenti, ma tre sì. E quelli li rispettiamo.”. E sull'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha detto: “Non ho mai diviso il carcere al tempo dei Nar, che se no, con uno istituzionale come lui, ci sarebbero state scaramucce".
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