Al programma “Pulsar” di Telecittà il caporedattore di ANTIMAFIADuemila parla delle evoluzioni delle mafie e delle loro mire affaristiche di oggi
“Le mafie hanno sempre avuto una grande capacità di adattamento. Sono passate dal regime Borbonico al ventennio fascista, al passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Sono sempre lì, forti, non solo grazie al traffico di stupefacenti ma anche grazie al fatto che hanno sviluppato una serie di business. E in questo momento risalta quello del dark web, del mondo cibernetico. Non ci deve stupire se c’è questo tipo di evoluzione”. Così Aaron Pettinari, capo redattore di ANTIMAFIADuemila, in un’intervista rilasciata durante l’ultima puntata di “Pulsar”, il programma targato Telecittà che, attraverso la conduzione di Daniela Gregnanin, ha aperto un focus sulla mafia e sulle sue evoluzioni. Nonché sulle proprie mire affaristiche di oggi.
“Nei giorni scorsi il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri ha parlato del nuovo interessamento nei confronti delle criptovalute da parte della Camorra”, ha ricordato il giornalista. “Le organizzazioni criminali sono al passo con i tempi, sono molto più avanti di quanto possiamo immaginare. Investono capitali e influenzano il mercato e quindi la democrazia del Paese”, ha detto Aaron Pettinari.
“Spesso si pensa al mafioso come l’uomo con la coppola e la lupara. Non è così. Oggi i mafiosi hanno figli diplomati e laureati nelle più alte scuole e università. C’è un’evoluzione anche all’interno dell’organizzazione criminale”, ha concluso.
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