Non un semplice paradiso naturale, la Riviera francese è diventata il paradiso normativo dove le mafie fanno i loro affari
Sono sempre più evidenti le connessioni tra i boss di alto rango criminale, i broker della droga, del settore finanziario e la massoneria deviata. Lo ha ricordato anche il quotidiano “La Stampa”, che, citando l’ultima relazione semestrale della Dia, la quale ha mappato le attività mafiose presenti in Costa Azzurra, ha spiegato come la ‘Ndrangheta abbia conquistato anche la ricca e straordinaria Riviera Francese. Luoghi come Nizza, Mentone e Cannes sono diventati, infatti, zone strategiche per la mafia italiana, in particolare per le ‘ndrine calabresi. Nell'ambito dell'inchiesta “Eureka” condotta dalla Dda di Reggio Calabria, è emerso un esempio significativo della presenza della 'Ndrangheta in Francia, rappresentato dalla società “Aurora”. Si tratta di un'azienda di diritto francese che possiede anche il ristorante “La Voglia”, situato a Mentone, una città vicina al confine franco-italiano nota per i suoi agrumi. Il ristorante francese conta sei dipendenti, tra questi ci sarebbe anche Vincenzo Giorgi, un quarantenne originario di San Luca (RC). Per il Ros dei Carabinieri, Giorgi si troverebbe in gravi condizioni economiche; gravi al punto tale da non riuscire nemmeno a garantire “il proprio sostentamento”. Eppure, dalle indagini è emerso che lo stesso Giorgi sarebbe coinvolto “in diversi traffici internazionali di cocaina di portata milionaria”. Sempre secondo il Ros, il quarantenne di San Luca sarebbe anche il detentore di una quota occulta della società francese e lo sarebbe diventato “con il placet degli unici due soci”. Tra questi, un uomo originario di Palmi (Rc), ma domiciliato ad Antibes. Accusato di trasferimento fraudolento di valori, l’uomo originario di Palmi avrebbe fondato sempre in Costa Azzurra un circolo che avrebbe come scopo ufficiale l'assistenza agli immigrati italiani in Francia, ma che in realtà - ha reso noto “La Stampa” - potrebbe essere la copertura per una loggia massonica di italiani oltralpe. Lo stesso uomo, infatti, durante una conversazione telefonica si sarebbe definito “Gran Maestro dell'Ordine mondiale dei Cavalieri templari in Djibouti” e “appartenente all'Ordine dei Cavalieri templari di Gerusalemme”. Tornando al quarantenne originario di San Luca, a marzo 2022 i due soci, tra cui il presunto massone, avrebbero “ceduto a Vincenzo Giorgi, al prezzo simbolico di un euro, ben 240 quote” della società “Aurora”, facendolo così diventare socio di maggioranza.
Cosa Nostra e i fratelli Graviano
D'altronde, sono anni che la criminalità organizzata ha rivolto le sue attenzioni proprio in Costa Azzurra. Ad esempio, basti pensare ai fratelli Graviano, i due boss di Cosa Nostra detenuti al 41 bis, che hanno scelto Nizza come luogo sicuro per le loro mogli e i loro figli. Fu un insospettabile commercialista di Palermo, Giorgio Puma, che nel 1998 dichiarò “di aver trasferito somme di denaro per 200 milioni di euro da Palermo a Nizza e di aver lì reperito diversi alloggi ai familiari dei Graviano”. Dichiarò inoltre di aver curato presso gli uffici della Prefettura di Nizza “sia le pratiche per far ottenere ai familiari dei boss il permesso di soggiorno in Francia, sia la stipulazione di contratti di assicurazione per i due figli dei Graviano nati a Nizza nella clinica privata del dottor Champardier nell'estate del 1997, al cui battesimo a Nizza ho presenziato in un hotel sulla promenade des Anglais”. Oppure, di come ha aperto per le mogli dei Graviano, “numerosi conti correnti in due diversi istituti di credito della città francese”.
L’analisi di Antonio Nicaso
La presenza delle mafie in Costa Azzurra non può essere attribuita esclusivamente alla straordinaria bellezza naturale che da sempre caratterizza la Riviera Francese. Come ha spiegato Antonio Nicaso, stimato docente universitario ed esperto di crimine organizzato, nonché autore di pluripremiati bestseller internazionali e saggi redatti in collaborazione con l'attuale procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, è da anni ormai che la regione francese è diventata un vero paradiso normativo per le mafie. “Il triangolo Nizza-Mentone-Cannes è da decenni un territorio che rientra nella logica dei paradisi normativi. Le mafie, la ‘Ndrangheta soprattutto, sono attente ai vulnus, ai luoghi dove le leggi sono meno afflittive, dove - ha spiegato Nicaso - si incontra minor resistenza.” - prosegue - “Per anni, dalla Francia, gli arrestati per 416 bis non sono stati estradati in Italia perché non c'è stata la volontà politica di affrontare il tema che viene declinato nella sua dimensione ontologica dei riti e dei miti”.
Fonte: La Stampa
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