Nell'immediato dopo guerra in Italia nacque una galassia di associazioni, alcune delle quali dichiaratamente fasciste, che ebbero lo scopo (ufficiale) di contrastare una ipotetica invasione sovietica da un lato e impedire ai comunisti di arrivare al governo. Fu un periodo caratterizzato da diversi "tentativi di destabilizzazione della Repubblica" con attività propagandistica e militare, "cioè con preparazione di civili che fossero pronti, armi in pugno, a difendere non assolutamente la democrazia, ma a difendere l'Italia da un presunto golpe comunista o comunque dalla minaccia che le sinistre potevano rappresentare".
A parlare è Antonella Beccaria, giornalista e autrice del libro 'Golpe di Stato' ed. Paper First), intervistata con il professore Luciano Canfora (autore del libro 'Il Fascismo non è mai morto' ed. Dedalo) dalla scrittrice Stefania Limiti.
Beccaria, attraverso la sua ultima opera, fa un excursus nello stragismo e nelle vicende che hanno segnato l’Italia, passando in rassegna i protagonisti di queste vicende e le strutture che sono state costruite appositamente per la destabilizzazione dello Stato.
Alla vigilia del processo per gli esecutori della strage di Brescia, 28 maggio del 1974, l'esigenza di conoscere la verità coincide con quella di non archiviare questo 'nero' passato.
È la storia di una nazione ancora influenzata dagli eredi della Repubblica Sociale: basti pensare a Ordine Nuovo il cui fondatore Pino Rauti, figura molto cara all'attuale presidente del consiglio Giorgia Meloni, affermò che "la democrazia è un'infezione dello spirito".
Ordine Nuovo non è mai stata 'puramente fascista' come sostengono i nostalgici: già all'inizio degli anni sessanta il generale di Corpo d'Armata Vittorio Emanuele Borsi di Parma dichiarò che il Sifar sapeva ‘dell'esistenza di Ordine Nuovo come struttura sorretta dai servizi di sicurezza Nato e che aveva compiti di guerriglia e informazione’ dipendenti 'dal comando Ftase allocato a Verona'.
Tuttavia, come ricorda l'autrice, il golpe fu "atteso" ma non eseguito: "era qualcosa che noi abbiamo rischiato concretamente, cioè i colonnelli o i generali italiani erano davvero in procinto in varie fasi della nostra storia di prendere il potere".
Perché quando le colonne erano in marcia arrivò il contrordine?
"È sicuramente stato un modo per servare il sistema democratico" ha affermato Beccaria ricordando anche il coinvolgimento "della mafia e della 'Ndrangheta": "Non possiamo distinguere tra fenomeni criminali o fenomeni eversivi senza che questi abbiano avuto contatto" ha detto; "la criminalità organizzata è sempre stato un elemento estremamente presente in questi progetti" ha ribadito.
Un altro dei protagonisti è certamente Licio Gelli, "il capo della loggia massonica P2 che continua a imperversare nonostante la loggia fosse caduta in pesante disgrazia nel marzo del 1981 con la scoperta degli elenchi" e "Stefano delle Chiaie, che è molto più di tanti personaggi di primo piano di Ordine Nuovo".
Sono tutti elementi che testimoniano l'esistenza di un fascismo che è stato capace i negli Stati Uniti, le dittature in Spagna e in Portogallo, per non parlare dei colonnelli greci nel 1967, Pinochet e Giacarta. L'elenco è lungo. Per questo, "è ridicolo cercare di fermare le lancette della storia" e fingere che tutto questo sia parte del passato.
Durante l'intervista il saggista ha poi affermato che "la Nato è il vero problema" oggi, perché "impone la sovranità limitata ai paesi nei quali la presenza occidentale è saldamente ancorata a un patto militare", un patto che ha generato la Gladio e altri organismi sovversivi legati intimamente alla storia delle stragi e non solo.
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- Luca Grossi