Bennardo Mario Raimondi è un artigiano palermitano, un artista che conserva con fierezza la sua sicilianità e vive per trasmetterla agli altri. Dopo quasi cinquant’anni di lavoro, oggi, vive con grandissime difficoltà dopo aver denunciato la mafia.
Agli inizi del 2000, da titolare di un laboratorio, è stato costretto, stritolato dagli usurai ed estortori, a licenziare tutti i suoi dipendenti e poi a vendere tanti dei suoi macchinari. Nel 2006 ha trovato la forza di denunciare i mafiosi, che prima lo minacciano e, poi, cercano di passare ai fatti.
Quello che gli rimane, ora, è un piccolo box, un forno e un tavolo da lavoro, quest’ultimo in vendita (guardare il profilo Facebook Bennardo Mario Raimondi per maggiori informazioni).
Bennardo è l’unico ceramista, in Sicilia, a fare vedere, dal vivo, come si fanno a mano le statuette con l’argilla.
E nonostante una situazione sanitaria difficile (ha quattro bypass) vuole lavorare e chiede un aiuto a quelle istituzioni che l’hanno abbandonato. Chiede uno spazio in cui poter vivere con la sua arte e trasmetterla agli altri. Chiede una mano, anche, a chiunque di noi possa essere interessato a tenere vive la bellezza della sua ceramica, della sua scultura, comprando le sue opere. Ha, infatti, molta merce che, se comprata, può veramente aiutarlo a saldare tante spese estremamente urgenti, come medicine.
Nei giorni scorsi lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua storia. Sabato 16 pubblicheremo i video sui nostri canali social.
Ti chiediamo, quindi, di condividere il più possibile per aiutare Bennardo. Non possiamo accettare che in questo Paese chi denuncia la mafia venga marginalizzato, discriminato, umiliato e abbandonato a sé stesso e alla povertà. Non è questo il Paese per cui persone come Libero Grassi, Vincenzo Spinelli, Rosolino Abisso, Piero Pisa, Francesco Paolo Semilia, Roberto Parisi, tutti ribellatisi alla mafia, sono morti.
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