Il narcotrafficante si è lamentato delle condizioni di isolamento, ma per le autorità si tratta di un campanello d’allarme
Joaquín Archivaldo Guzmán Loera, noto anche come “El Chapo”, “El Rapido” oppure “Il signore della droga”, starebbe progettando un’altra clamorosa evasione dal carcere in cui sta scontando la sua pena di oltre 30 anni, con un isolamento di 23 ore al giorno. Se dovesse riuscire nell’impresa, probabilmente potrebbe essere conosciuto anche come “Il mago delle evasioni”. Già evaso nel ‘93 dal carcere di Guadalajara dopo aver corrotto le guardie carcerarie, poi nel 2001 da un carcere messicano attraverso un tunnel sotterraneo e, infine, nel luglio 2015 dalla prigione di alta sicurezza di Altiplano. Ora, El Chapo, uno dei narcotrafficanti più famosi della storia, starebbe progettando la fuga dalla prigione di massima sicurezza di ADX Florence. Il carcere statunitense, situato a circa due ore a sud di Denver, è un penitenziario super high-tech che grazie ai suoi moderni sistemi tecnologici consente il massimo della sorveglianza penitenziaria. Inoltre, è noto anche come “SuperMax” oppure “Alcatraz delle montagne rocciose” per le caratteristiche che lo rendono sicuro ed efficace contro i tentativi di fuga. Fino ad oggi, infatti, nessuno è mai riuscito nell’impresa, ma secondo una indiscrezione della statunitense ABC News, ripresa dal Messaggero in Italia, El Chapo avrebbe scritto una lettera al giudice statunitense che lo ha condannato e spedito nel penitenziario del Colorado; lettera che avrebbe messo in stato d'allarme i funzionari della prigione americana. Grazie alla traduzione della missiva depositata lunedì e ottenuta dalla redazione del network americano, è stato reso noto che Guzmán ha affermato che le autorità carcerarie gli stanno impedendo di ricevere documenti legali per nuove mozioni giudiziarie e ha raccontato di maltrattamenti nei suoi confronti che sarebbero stati perpetrati - ha scritto El Chapo - per i timori legati ad una sua possibile fuga dal carcere. “Usano sempre la stessa scusa che sono fuggito da una prigione messicana. Questa - ha scritto El Chapo nella sua lettera indirizzata al giudice - è un'affermazione ridicola usata per giustificare le anomalie sul mio caso”. Dunque, i timori dei funzionari della prigione americana potrebbero essere fondati. Tuttavia, le possibilità che il narcotrafficante messicano più famoso al mondo riesca nell’ardua impresa di evadere dal penitenziario più rigido degli Stati Uniti, nonostante i suoi metodi corruttivi che hanno sempre contraddistinto le sue evasioni rocambolesche in stile “Fratelli Dalton”, al momento, sembrano essere decisamente minime.
Foto © Defense Visual Information Distribution Service
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