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Il candidato alla Casa Bianca denuncia la collusione tra il governo e le aziende dei social media

Il candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr. testimonierà alla Camera dei rappresentanti Usa giovedì (20 luglio alle 9 del mattino, ora dell'Est, presso l'edificio dell'ufficio della Rayburn House, 2141 Office Building a Washington, DC.) in merito al presunto ruolo dello Stato federale nella censura dei contenuti sui social media, di cui Kennedy si proclama da tempo vittima in prima persona. Lo si apprende dal sito web della sottocommissione della Camera sull'utilizzo politico del governo federale, dove il nome di Kennedy compare in una lista di tre testimoni che saranno chiamati a rendere le loro dichiarazioni, assieme a una giornalista del sito d'informazione conservatore "Breitbart News" e all'assistente procuratore generale della Louisiana John Sauer.

L'audizione esaminerà il caso del cosiddetto "Twitter Gate", il ruolo del governo federale nella censura degli americani, il caso della legge Missouri v. Biden e la collusione delle Big Tech con le agenzie governative fuori controllo per soffocare la stampa. Kennedy, che lo scorso aprile ha annunciato la propria candidatura alle primarie del Partito democratico in vista delle elezioni presidenziali 2024, è stato riammesso da diversi social network proprio in virtù del suo status di candidato alla Casa Bianca. "Le recenti rivelazioni nei documenti di Twitter e nel caso Missouri v. Biden mostrano quanto profondamente sia istituzionalizzata la censura governativa", ha detto Kennedy. "Viene mascherata con eufemismi come 'lavorare con i nostri partner nel settore tecnologico', ma non ci si sbagli, questo è un programma sistematico per controllare ciò che gli americani possono dire e pensare. In quanto tale, è contrario alla democrazia. In una democrazia, è il popolo a dire al governo cosa pensare, non il contrario".

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