Raffaele Imperiale (ora collaboratore di giustizia), in quanto figlio di un noto imprenditore, quand'era piccolo rischiò di essere sequestrato "da parte di soggetti di Casola o Gragnano (due località della provincia di Napoli), cani sciolti". È lui stesso a rivelarlo nel corso di un interrogatorio reso il 17 gennaio 2023. Imperiale contribuisce con le sue dichiarazioni a rendere più chiaro agli inquirenti l'ambiente criminale della zona di Castellammare di Stabia e le dinamiche del clan Cesarano ai cui presunti affiliati oggi i carabinieri di Castellammare e la Dda di Napoli (sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta) hanno notificato 18 misure cautelari. Suo padre, Ludovico Imperiale (deceduto all'età di 82 anni il 16 luglio 2022), importante imprenditore edile che nella zona ha costruito parchi e palazzi, ha anche ricoperto la carica di presidente della squadra di calcio Juve Stabia. "Ricordo che i figli dei D'Alessandro (capi dell'omonimo clan di camorra della zona) - ha detto - frequentavano casa mia... li ricordo a bordo piscina... quando ho iniziato a spacciare droga a Pompei.. nonostante il parere assolutamente contrario dei miei genitori". Poi, Imperiale, spiega il perché del suo trasferimento in Olanda, che rappresenta l'inizio della sua carriera nel narcotraffico mondiale: “Ricordo di un ragazzo che veniva a comprare la droga da me e che fu picchiato selvaggiamente da me... questo ragazzo andò in coma... era il figlio di un boss di Santa Maria la Carità, costui si rivolse ai Cesarano per chiedere soddisfazione... non potevano più proteggermi... la soluzione migliore era che mi allontanassi dalla zona stabiese. Questo episodio mi spinse a trasferirmi in Olanda, atteso che mio fratello aveva ivi aperto un coffee shop".
Affari di famiglia
L'ex narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale aveva chiesto l'intervento del clan Amato-Pagano, i cosiddetti scissionisti, per difendere il cugino omonimo a cui il clan Cesarano voleva imporre una estorsione da 50mila euro. All'imprenditore omonimo del narcos (si chiama anche lui Raffaele Imperiale) venne intimato di presentarsi il giorno dopo a Ponte Persica (così viene anche identificato il clan Cesarano) con la somma. Il cugino del 'pentito' però ne parlò con lo zio (padre del narcos) il quale, a sua volta, contattò il figlio e così vennero inviati degli emissari degli Amato-Pagano, tra cui il ras Marco Liguori. Ad incontrare Vincenzo Caesarano, ritenuto il vertice dell'omonimo clan, oggi destinatario di un ordine di arresto notificato dai carabinieri, fu però una persona che si presentò per conto di Bruno Carbone, socio del narcotrafficante Imperiale. Il boss - secondo quanto emerso - finse di prendere le distanze da chi stava gestendo l'estorsione (il 63enne Francesco Corbelli, anche lui destinatario oggi di un arresto) dicendo che non era sua intenzione taglieggiare un componente della famiglia Imperiale. Da quel momento però il clan iniziò a ricevere somme di denaro, in occasione delle festività, a titolo di ringraziamento per "il rispetto" mostrato dal clan nei riguardi di un familiare del noto narcotrafficante internazionale.
Fonte: Ansa
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