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Il procuratore di Catanzaro dal palco del We Make Future: “Non bisogna assumere soltanto poliziotti, servono anche hacker”

Si è conclusa l'undicesima edizione del WMF-We Make Future, la fiera internazionale sull'innovazione tecnologica e digitale, che ha visto oltre 60mila presenze da 85 Paesi. Tra i vari ospiti che sono saliti sul palco di Rimini, anche il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha parlato di nuove sfide da affrontare nella lotta alla criminalità organizzata e di quanto sia importante per lo Stato dover recuperare il terreno perduto. Infatti, il magistrato ha spiegato che nonostante il nostro Paese possa vantare una  Polizia Giudiziaria  "tra le migliori al mondo”, le mafie - ha precisato Gratteri - stanno arruolando criminali informatici con l’intento di utilizzare nuovi strumenti non tracciabili dalle Forze di Polizia. Gratteri ha ricordato che le mafie stanno investendo in modo considerevole nel settore tecnologico. Per questo motivo, il procuratore di Catanzaro ha sottolineato che “non bisogna assumere soltanto carabinieri, poliziotti e finanzieri, ma occorre assumere anche ingegneri informatici e hacker per andare sul terreno delle mafie, sempre più internazionali, che comunicano tra di loro con sistemi sempre più sofisticati”. Durante la Fiera di Rimini è intervenuto anche Antonio Nicaso, professore universitario di Storia della criminalità organizzata, autore insieme a Gratteri del libro “Fuori dai confini. La ‘Ndrangheta nel mondo” (ed. Mondadori). Il professor Nicaso ha ribadito che le mafie si sono affacciate da tempo sul mondo della digitalizzazione. Per questo motivo sono diventate esperte di sistemi di comunicazione criptati, mentre stanno già studiando nuove opportunità offerte dal mercato delle criptovalute: una nuova realtà che “richiede nuovi saperi e nuove tecniche investigative”. Infine, sulla scia di Nicaso, Nicola Gratteri ha aggiunto che l’uso delle nuove tecnologie non riveste un ruolo predominante solo nelle nostre vite, ma anche in quella del crimine organizzato. Per questo motivo, il magistrato ha ricordato che occorre costruire “un sistema giudiziario proporzionato alla realtà criminale”, senza dimenticare le riforme necessarie “affinché diventi non conveniente delinquere”.

Fonte: Il Dispaccio

Foto © Imagoeconomica

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