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È stata disposta la detenzione preventiva per l'ex banchiere uruguaiano José Peirano Basso. Secondo i magistrati c’è il rischio che fugga e pertanto sarà recluso per 20 giorni nel Departamaneto Judicial de Polìcia Nacional. Respinti dunque i domiciliari e il pagamento di cauzione. 

L'ex banchiere è comparso martedì mattina davanti al Giudice Raúl Florentín e al magistrato Clara Ruiz Díaz. E’ accusato di essersi intascato circa 40 milioni di dollari dei risparmiatori del Banco Alemán nella causa aperta per il caso di Fondos Mutuos Banalemán. Peirano dovrà rispondere delle accuse dopo la sua estradizione dall’Uruguay avvenuta solo nei giorni scorsi, 21 anni dopo il fallimento del Banco Alemán.   

È comparso in primo luogo dinnanzi il giudice penale di garanzia numero 4, Raúl Florentín per la causa riguardante i risparmiatori del Banco Alemán, che vede Peirano imputato per reati punibili di lesione di fiducia e comportamento indebito in situazione di crisi e investimento fraudolento, imputazione quest’ultima esclusa alla fine nella risoluzione di estradizione, pertanto, sarà giudicato solamente per le prime due. In questa udienza la sua difesa ha chiesto al giudice Florentín i domiciari per Peirano, che il giudice ha rifiutato. 

Ne è seguita una nuova udienza, questa volta davanti al giudice penale di garanzia numero 1, Clara Ruiz Díaz, dove il pm Silvio Corbeta ha ratificato la richiesta di detenzione preventiva per José Peirano Basso, che in un primo momento era stata richiesta dall’Agente Fiscale Artemisa Marchuk di fronte al pericolo di fuga, considerando  inoltre che non vi erano sufficienti garanzie reali per garantire la sua sottomissione al processo, opponendosi all’impostazione tecnica della difesa che aveva sollecitato l'arresto domiciliario dello stesso. 

Il giudice Corvetta ha spiegato ai media “che la difesa ha richiesto l'applicazione di misure meno gravose della prigione preventiva offrendo una garanzia reale di un milione di dollari appoggiandosi anche alle sentenze assolutorie degli altri coimputati in questa causa agli effetti di tentare di sviare quanto previsto dall’art. 242. In questo senso abbiamo manifestato che per noi è vitale l'applicazione della detenzione preventiva giacché la garanzia di un milione di dollari offerta dipende da un trasferimento affinché sia effettivamente realizzata. Il denaro non è ancora versato in un conto bancario. Pertanto come possiamo noi sequestrare un conto che non ha fondi?Ecco perché ci siamo opposti alla richiesta dei legali”.

Ugualmente, il pm Silvio Corbeta ha affermato: “La difesa ha presentato un contratto di affitto nel quale questa persona andrebbe ad abitare nel caso fosse beneficato con una misura meno gravosa della prigione preventiva. A questo proposito noi ci siamo opposti ad ogni formula avanzata dalla difesa del signor Peirano Basso, soprattutto considerando il pericolo di fuga per noi esistente, indipendentemente dal fatto che la maggior parte del tempo stava scontando la condanna all'estero, non possiamo ignorare che è un cittadino straniero, uruguaiano, che non ha radici nel nostro paese, motivo più che sufficiente per noi per decretare la sua prigione preventiva ed ora ormai aspetterebbe la decisione al tribunale”. 

Rispondendo alla domanda sull’assoluzione di tutti gli accusati del processo, il giudice Corvetta ha segnalato che “non sono stati assolti tutti, ma una parte di loro credo… ma devo approfondire meglio per dare una risposta più precisa”. In quanto al possibile risarcimento alle vittime ha detto: “Questo è un reato di carattere patrimoniale, la Procura sarebbe eventualmente d’accordo in caso di un risarcimento integro a tutte le vittime di questo fatto”.

Alla domanda se il provvedimento non corrisponde al criterio di discrezionalità esposto dall’avvocato in questa causa, il giudice Corvetta ha risposto: “È una situazione sulla quale si deve pronunciare il Tribunale di Garanzie, io non potrei dare la mia opinione al riguardo, perché in attesa di risoluzione l'incidente che in quel momento era oggetto di contestazione, con una richiesta di criterio di discrezionalità”.

E in quanto agli elementi a disposizione del Pubblico Ministero ha aggiunto: “In questo caso c'è un'imputazione fiscale contro questa persona e gli elementi sono descritti in quell'imputazione fiscale”.

Infine ha sottolineato: “Trattandosi di un reato di carattere patrimoniale, il codice processuale penale prevede la possibilità di estinguere il caso. Tuttavia per loro ci devono essere certi requisiti, come la restituzione integrale del denaro, ed altri fattori. Ora è ancora molto presto ed affrettato parlare di tutte quelle circostanze”.

In relazione alle misure dei giudici, entrambe dispongono che Peirano dovrà essere successivamente trasportato in un carcere della Dirección de Institutos Penales. Si osserva che potrebbe perfino essere recluso in un secondo momento nella prigione di Tacumbú.  

In quanto alle argomentazioni brandite dai giudici per dettare questa misura, anche il giudice Raúl Florentín ha ordinato la prigione preventiva per Peirano Basso nell’ambito dell’altra causa in cui è imputato per lesione di fiducia e condotta indebita in situazioni di crisi, come presunto autore della deviazione di 40 milioni di dollari della Banca Tedesca.  

Secondo il magistrato Florentín esisterebbe pericolo di fuga perché Peirano è sprovvisto di un bene immobile nel paese e poi per via delle disponibilità economiche di cui dispone che gli permetterebbero di lasciare il Paese.

In quanto alla cauzione reale offerta dal Peirano, che consisteva in un compromesso di costituzione di certificato di deposito a scadenza fisso per un valore di 1 milione di dollari nella Banca Interfisa, Florentín l’ha considerato insufficiente perché costituisce una mera promessa, del quale il tribunale non ha certezza del suo compimento.  

L'arrivo in Paraguay dell’ex banchiere José Peirano ha fatto rivivere i ricordi amari alle centinaia di famiglie paraguaiane che hanno perso i risparmi di tutta la vita. Lo scandalo era avvenuto a metà del 2002. Si stima che furono circa tre mille le persone truffate con perdite di circa 40 milioni di dollari.  

Foto: Ministero Pubblico del Paraguay 

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