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“Non sapevo del contro corteo altrimenti avrei partecipato con i giovani. Maria Falcone? Sottoscrivo ogni parola di Alfredo Morvillo"

Il 23 maggio ho avvertito lo stesso clima del giorno dei funerali di Giovanni Falcone nella basilica di San Domenico, 31 anni fa. Allora il grido ‘fuori la mafia dallo Stato’ era la reazione di un popolo che percepiva ma non aveva contezza dei patti e delle commistioni indicibili tra una parte delle istituzioni e Cosa nostra.

Oggi è il grido d’allarme di una fetta della società civile contro il rischio di un ritorno al passato”. A dirlo, in un’intervista a La Repubblica è Vittorio Teresi, ex procuratore aggiunto a Palermo e pm nel processo trattativa Stato-mafia. Il presidente del Centro studi Paolo e Rita Borsellino si è espresso sulla repressione delle forze dell’ordine al corteo antimafia diretto in via Notarbartolo lo scorso 23 maggio per ricordare Giovanni Falcone.La violenza di via Notarbartolo è intollerabile, rischia di essere l’inizio di una deriva molto pericolosa”, ha affermato Teresi. “È come se qualcuno avesse cercato di trasformare la memoria da momento collettivo a rito per pochi eletti. Episodi come questi aprono la strada al pensiero unico, una delle fondamenta del totalitarismo”.

Secondo Teresi “hanno cercato di mettere a tacere il dissenso. È chiaro che molti giovani erano lì anche per dire la loro sulla presenza sul palco di persone impresentabili. In un Paese democratico non ci si sottrae alle critiche, funziona così”, ha spiegato. “E, giusto per puntualizzare, Maria Falcone continua a sostenere che sotto il palco c’erano i giovani. Anche il corteo alternativo era pieno di ragazzi con una coscienza critica, non era la sfilata degli Alpini”. Dopodiché Vittorio Teresi, che come Centro studi Rita e Paolo Borsellino non è mai andato all’aula bunker o all’Albero di via Notarbartolo per ricordare la strage di Capaci, ha affermato “che quest’anno, se ci avessero contattato, avremmo partecipato al ‘contro-corteo’. Il problema è che non lo sapevamo”.

E sulle dichiarazioni di Alfredo Morvillo in merito alle passerelle dell’ipocrisia: “Sottoscrivo ogni parola dell’intervento di Alfredo Morvillo. Non possiamo consegnare la memoria a personaggi che hanno avuto un passato o hanno un presente di condivisione con la mafia. Il sindaco Lagalla o prende i voti di Dell’Utri e Cuffaro o sale sul palco del 23 maggio. Entrambe le cose non si possono fare e nessuno dovrebbe permettere che accada”, ha affermato l’ex magistrato.

E su Maria Falcone che ha detto che le istituzioni vanno rispettate, invitando chi l’ha criticata a ripassare il diritto costituzionale, Vittorio Teresi ha commentato: “Mandare a ripetizione di diritto costituzionale i magistrati Di Lello e Morvillo è una bestemmia, e mi meraviglia che queste parole arrivino da Maria Falcone. Siamo di fronte a un equivoco di fondo che molto spesso viene utilizzato come scorciatoia: il rispetto è dovuto sempre all’istituzione, non per forza a chi è stato chiamato a rappresentarla, anche se eletto”, ha spiegato l’ex pm. “Senza contare che gli enti pubblici hanno il dovere di rispettare un galateo istituzionale, mentre associazioni o fondazioni private possono scegliere”.

Foto © Emanuele Di Stefano

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