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A Torino il convegno “Il rovescio del diritto”: “Tutto porta a ritenere che ci sia una regia dietro tutto questo”

La divisa l’hanno sporcata loro, i carabinieri che hanno agito quella notte. Io non l’ho nemmeno sfiorata”. Sono le parole che Giuseppe Gulotta ha utilizzato pochi giorni fa presso la Camera penale Vittorio Chiusano di Torino per ricordare, durante il convegno “Il rovescio del diritto”, la sua odissea durata 36 anni tra il carcere e i domiciliari. Gulotta è stato infatti accusato ingiustamente di aver partecipato alla strage di Alcamo Marina del ‘76, un mistero rimasto ancora irrisolto in cui due carabinieri, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, sono stati uccisi all’interno di una piccola caserma del trapanese. Insieme a Gulotta sarebbero stati accusati ingiustamente anche Gaetano Santangelo e Vincenzo Ferrantelli attraverso depistaggi che hanno visto il loro inizio con l’arresto di Gulotta. “Scrissero che mi avevano arrestato alle 5 del mattino, invece sono venuti a casa mia la sera prima - ha ricordato Gulotta -.Quando fui portato in carcere, un secondino vide i segni che avevo in faccia e mi chiese cosa fosse successo. Stavo per raccontare la verità, ma il carabiniere che avevo accanto mi interruppe e disse che ero scivolato su una buccia di banana ed ero caduto”. Gulotta, parlando con gli studenti presenti al convegno, ha ricordato anche il momento in cui ha firmato il verbale con il quale si sarebbe autoaccusato: “Loro mi dettavano il racconto, io mi limitavo a dire sì. Un ‘Non lo so’ era tabù, non si poteva dire, erano schiaffi”. Il caso - ha ricordato “Il Fatto Quotidiano” - è stato riaperto nel 2007 grazie all’intervento di Renato Olino, un brigadiere in pensione che aveva assistito  e denunciato gli abusi diversi anni prima. “Olino è stato anche indagato per possesso illecito di armi dopo aver rivelato quello che successe ad Alcamo. Quindi non solo non è stato creduto, ma c’è stata anche una reazione - ha ribadito Giuseppe Gulotta -. È stato considerato inattendibile nei processi, ma non è mai stato indagato per falsa testimonianza. Gli altri carabinieri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tutto porta a ritenere che ci sia una regia dietro tutto questo”.

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