Nel dossier rilasciato dal Ministero dell'Interno "Dentro i numeri: la lotta alla pedofilia online" viene specificato che "è sempre più preoccupante la tendenza all’aumento dei casi di adescamento che riguardano vittime di età inferiore ai 13 anni. Negli ultimi tre anni (2020, 2021, 2022) sono poco meno di novecento i bambini approcciati da adulti nei luoghi virtuali del gioco e della socializzazione, mentre esercitano il mestiere di crescere, spesso convinti di essere in un luogo sicuro".
In aumento è anche il fenomeno del sextortion: il bambino o i ragazzi vengono convinti dal futuro ricattatore a mandargli foto e video sempre più spinti, dopo di ciò si verifica la "richiesta di somme di denaro anche esigue (30,50,100 euro), ultimatum e scadenze alle quali le vittime devono attenersi se non vogliono che il materiale sessuale venga diffuso online. Le vittime si sentono in trappola tra la vergogna e il terrore della diffusione delle immagini intime".
Le adolescenti vengono agganciate soprattutto sui socialnetwork attraverso like e messaggi di apprezzamento sull’aspetto fisico, i ragazzi invece vengono agganciati con la promessa di sessioni di sesso virtuale con sedicenti coetanee.
Per questo reato 1.466 persone sono state denunciate nel 2022 e altre 229 nei primi tre mesi del 2023. Secondo la polizia postale gli arresti per pedopornografia sono stati 149 nel 2022, 12 nel primo trimestre 2023. "Dall’analisi dei casi - si legge nel dossier - emerge come i soggetti interessati al materiale pedopornografico siano in genere maschi, di un’età inferiore ai 50 anni (77% dei soggetti ha un’età inferiore ai 49 anni, e un’età media di 37 anni, dati 2020-2022) spesso sposati o con una relazione sentimentale stabile, in gran parte senza precedenti penali, gelosi della loro vita 'segreta' e perversa, che tengono nascosta alle famiglie".
L'aspetto più agghiacciante in merito agli abusi sessuali commessi per la realizzazione di materiale pedopornografico da scambiare in rete è il ruolo dei parenti: "sono spesso parenti o persone molto vicine alla famiglia delle vittime a compiere le azioni di abuso più gravi. E’ proprio il legame di fiducia che si instaura tra vittima e abusante ad essere il principale ostacolo all’emersione dei casi", scrivono gli analisti della Polizia di Stato.
Per scaricare il dossier: interno.gov.it
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