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Scarpinato, Ascari e altri a favore

Alcuni mesi dopo lo scoppio del “Qatargate”, la Commissione Europea ha presentato una “Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro la corruzione mediante il diritto penale”.
Secondo la Commissione, gli strumenti normativi sinora adottati non sono sufficientemente completi e le norme esistenti negli Stati membri devono essere ulteriormente sviluppate per garantire una risposta più coerente ed efficace nell’Unione.
L’obiettivo è garantire che tutte le forme di corruzione siano considerate reato in tutti gli Stati membri, che anche le persone giuridiche possano essere ritenute responsabili di tali reati e che i reati siano puniti con sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive.
I rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato Stefania Ascari, Roberto Scarpinato, Anna Bilotti, Federico Cafiero de Raho, Valentina D'Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato, hanno affermato che "la proposta di direttiva anti corruzione della Commissione europea prevede che gli Stati membri dovranno garantire che le persone condannate per reati legati alla corruzione siano anche soggette a pene amministrative o accessorie tra cui l'ineleggibilità. Un principio sacrosanto che in Italia è già stato stabilito dalla legge Severino. Purtroppo però una recente modifica introdotta da un decreto legislativo a firma Draghi-Cartabia l'ha fortemente indebolita. Cancellando l'equiparazione del patteggiamento alla sentenza di condanna, quel provvedimento ha spalancato le porte ad una interpretazione del Viminale per cui oggi le persone che hanno patteggiato, in assenza di pena accessoria, possono candidarsi alle elezioni. Questo esito è inaccettabile, tradisce lo spirito delle norme anticorruzione italiane e della proposta della commissione Europa. Per porvi rimedio abbiamo presentato un disegno di legge con il nostro Roberto Scarpinato: con la proposta depositata al Senato, rispristiniamo la normativa precedente all'intervento del governo Draghi, ristabilendo la piena equiparazione tra patteggiamento e condanna". "In sede di esame del decreto legislativo Cartabia - aggiungono - il M5S aveva contestato questa e altre norme, prevedendone gli effetti disastrosi. Oggi è urgente intervenire, dal governo Meloni e dalla maggioranza ci aspettiamo che comprendano appieno l'importanza di tutelare l'integrità e la trasparenza delle nostre istituzioni, tenendo fuori persone condannate definitivamente".

Foto © Imagoeconomica

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