Nell'ambito dell'inchiesta della Dda milanese su un maxi traffico di droga dal Nord Europa, gestito in "joint venture" da uomini legati alla 'Ndrangheta e alla mafia campana, vi sono anche le dichiarazioni del "boss del Van Gogh” Raffaele Imperiale. Nel giro era conosciuto come “Lelluccio Ferrarelle” e altri nickname tra i quali “Gomorra”.
Lo scrive il “Fatto Quotidiano" riportando alcuni stralci dell’ordinanza notificata ieri, contenente delle chat criptate.
In una di queste Bartolo Bruzzaniti scrive di lui: “È il più forte”. Grazie alle chat i pm hanno ricostruito i dettagli del traffico di droga a Milano: veniva importata dall’Olanda e stoccata a Gerenzano (Varese), come confermato da Imperiale in un verbale del 22 novembre 2022.
“Io a Milano lavoravo con Bruzzaniti" - ha detto Imperiale - “Dissi a Bruno (Carbone, suo braccio destro, ndr) per non intensificare il mercato napoletano, cerchiamo di prendere il mercato milanese. Abbiamo i Morabito, i Bruzzaniti, che sono i più forti, sono una famiglia storica su Milano, Sonny non ha mai avuto problemi di vendita sul territorio lombardo”.
In un altro verbale, datato 25 gennaio 2023, vengono ricostruiti i collegamenti con i calabresi: “Essendo che il lavoro era per me moltissimo su Napoli... decisi di fare una società con i calabresi, sempre per alimentare quel mio sistema, dissi ai calabresi ‘Facciamo così, mandate i vostri trasporti, non utilizziamo più i nostri, venite in Olanda senza soldi, io vi carico 100 chili, 50 chili per voi, 50 chili per noi’”. Per ridurre i rischi: “Nel caso se... un sequestro per la strada dell’Autorità Giudiziaria, una perdita, siamo 50 e 50”. Di fatto, così Bruzzaniti smette di essere un cliente di Imperiale e diventa un socio. Che si assume in toto il lavoro della logistica e della distribuzione, infatti deteneva "storicamente l'esclusiva per la distribuzione" della droga destinata alle cosche della 'Ndrangheta in Lombardia.
Imperiale, come ha detto il pm Alessandra Dolci, ha raccontato che quando ha deciso di "investire" in Lombardia per i traffici di droga si è dovuto rivolgere necessariamente a Bartolo Bruzzaniti, tra i 38 destinatari dell'ordinanza eseguita dal Gico della Gdf milanese e con precedenti per traffici di droga. La droga, stando alle indagini, viaggiava sui tir e veniva stoccata in magazzini a Gerenzano (Varese). "Partivano i camion dall'Olanda - ha spiegato il pm Prisco - completamente riempiti con 200-300 kg di cocaina a viaggio, poi tante organizzazioni acquistavano all'ingrosso da Bruzzaniti, anche i Flachi compravano da Bruzzaniti". La "imponenza della entità del narcotraffico" sul territorio milanese, ha detto il procuratore capo di Milano Marcello Viola, "continua a crescere". Viola ha messo in luce che l'indagine ha svelato una "operazione di ristrutturazione del traffico di droga, per migliorare la logistica e i pagamenti, grazie ai collegamenti con i broker campani e affinando un collaudato sistema di trasporto tramite tir, con pagamenti solo a consegna avvenuta". L'inchiesta si è basata sulle analisi dei messaggi criptati scambiati tra i narcotrafficanti e al momento nelle perquisizioni sono stati sequestrati "73mila euro" ma anche "armi da fuoco e armi bianche come pugnali".
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